Ex Sepi, rinascita possibile

Ilario Luperini: "Comune e Fondazione Pisa tornino a parlarsi"

Ilario Luperini

Ilario Luperini

Pisa, 23 luglio 2017 - Ci sono le tante cose fatte e ci sono i grandi buchi. I sogni che rischiano di evaporare al risveglio del mattino. Con il pericolo di diventare un incubo per gli anni a venire. Tra questi quello più eclatante è quello del Palazzo Sepi, in piazza dei Facchini, proprio dietro a Palazzo Gambacorti. Dopo che la Telecom lo ha liberato il Comune ha pensato di alienarlo. Ma nel mezzo è esplosa la grande crisi economica e quella che poteva diventare un’occasione anche di riqualificazione residenziale potrebbe finire in un ‘mostro’ analogo a quello che è già la Mattonaia. Anche per evitare una fine come quella il Comune aveva avviato una interlocuzione con al Fondazione Pisa per consentire alla stessa di ampliarsi e nel contempo ampliare la propria capacità espositiva inserita in quel circuito di musealità cittadina di cui il vicinissimo Palazzo Blu è il volano degli ultimi anni. Eppure, nonostante, la disponibilità della Deputazione della Fondazione a procedere all’acquisto la vicenda si è ingarbugliata per varie intromissioni, più o meno fondate. Ma ora c’è chi prova a rilanciare. E’ il presidente dell’Associazione per le mura di Pisa, Ilario Luperini, a gettare un sassolino nello stagno.

«Con la sua squadrata mole ormai ridotta al silenzio – osserva Luperini – l’ex Palazzo Sepi sembra chiedere aiuto proprio ai due soggetti confinanti. Sono, d’altronde, a tutti note le strette parentele tra Fondazione Palazzo Blu e Fondazione Pisa. Allora, perché non mettersi insieme per rivitalizzarlo e dargli una nuova stimolante funzione? Perché non superare le difficoltà di relazione tra Comune e Fondazione Pisa che – almeno a leggere gli allarmati resoconti della stampa locale – hanno contraddistinto, a quel proposito, i loro recenti rapporti?». 

Interrogativi che Luperini sostanzia partendo anche da un dato di fatto: «Palazzo Blu è diventato maestro nell’organizzazione di frequentati eventi espositivi. Il Comune dimostra un rinnovato interesse per le vicende della cultura, seppur in difficoltà per il reperimento delle risorse».  

Che fare, quindi? Per Luperini la risposta è lì, a portata di tutti. «Quel palazzo – osserva il presidente dell’Associazione Amur – potrebbe facilmente ampliare la qualità delle iniziative, offrendo a Palazzo Blu nuove rilevanti opportunità e rendendo ancor più consistenti le ricadute culturali ed economiche sulla città. Sarebbe veramente incomprensibile lasciare che quel luogo si avviasse lentamente ma inesorabilmente verso il degrado». In una città dei tanti comitati contro ecco che l’Amur «lancia un sollecito ai due enti – Comune di Pisa e Fondazione Pisa – affinché, riprendendo i rapporti interrotti, arrivino alla definizione di un florido destino per quel palazzo e le sue mura. Troppo enfatico e retorico sostenere che è la città stessa che lo chiede? Alla luce delle pregresse esperienze, Amur ritiene di no».