{{IMG}} 2009-10-15
di ANTONIA CASINI
FISICA e matematica ce l’avevano nel sangue, ma l’insegnamento nella scuola non era il loro obiettivo. Così si sono buttate e hanno scelto. Da grande farò l’ingegnere, e non l’ingegnera come qualcuno nel tempo ripeteva loro con un po’ di disprezzo. Sono Elena Iannuzzi, la prima laureata in ingegneria all’ombra della Torre, Giovanna Pizzirani, la prima docente ingegnere a Pisa, Marilena Giorgini, la prima docente non ingegnere e Maria Paola Breghi, la prima donna iscritta all’albo pisano di ingegneria. Donne di diverse città ed età, ma con una sola passione, quella per i numeri e i progetti. Come Elena Iannuzzi, originaria di Catanzaro, si laureò nel 1949. «Mio padre era ingegnere — racconta — e io lo seguivo fin da piccola sui cantieri. Ero la prima di quattro figlie femmine e due figli maschi. Mi diplomai al classico. Poi fu lui a spingermi con uno spirito moderno, per l’epoca, e tanta sensibilità. A Pisa abitavo dietro piazza dei Miracoli, negli alloggi di Maria ausliatrice». Dopo la laurea in ingegneria idraulica, una borsa di studio a Chateaux e un lavoro alla Cassa per il Mezzogiorno. E, naturalmente, il matrimonio con un ingegnere e due figli che hanno seguito le orme del padre e della madre. Lavoro e famiglia. «E tanta solidarietà e rispetto tra i colleghi». Pochissime le colleghe. «Una vita semplice e di soddisfazione».
MARIA PAOLA Breghi, pisana, ingegnere nucleare, si iscrisse all’albo nel 1986. Dopo un dottorato di ricerca, ha lavorato come consulente per il dipartimento delle Costruzioni meccaniche e nucleari di Pisa. Quindi, la decisione: «Ho capito che l’ingegneria nucleare in Italia non mi avrebbe dato da vivere e sono entrata all’Enea come ricercatrice». Un master al Sant’Anna, una vita nuova e un figlio letterato. «La mia famiglia — dice — mi ha lasciata libera di scegliere fin dalla terza media». Giovanna Pizzirani ligure, ma residente a Vecchiano, laureata in Ingegneria chimica nel 1961, è stata la prima docente ingegnere all’ombra della Torre «tra tante difficoltà. I professori più anziani mi chiamavano l’ingegneressa. Per fortuna, la mia famiglia era molto aperta». Molti i sogni raggiunti e uno solo ancora da realizzare: «Godersi la vita con i nipoti». Tutte e quattro queste pioniere saranno premiate oggi nell’aula magna di Ingegneria, accompagnate da figli e parenti. La facoltà le ringrazierà per il loro coraggio.