«Vi prego arrestatemi». Denunciato. La supplica (non esaudita) del ladro

Dopo il furto si è presentato alla Polfer per poter finire in carcere

AGENTI Gli uomini della Polfer in Stazione

AGENTI Gli uomini della Polfer in Stazione

Pisa, 2 dicembre 2017 - «Vi prego, arrestatemi». Con questa supplica si è presentato nella sede della polizia ferroviaria che si trova al primo binario della Stazione di Pisa. Ma è riuscito ‘soltanto’ a farsi denunciare. È successo all’alba di ieri, quando un uomo stanco della vita che conduce, si è rivolto agli agenti della polfer, chiedendo di mettergli le manette e confessando un furto avvenuto poche ora prima sul viale Bonaini, lontano qualche centinaia di metri. Una storia di disagio e solitudine. Il 26enne, ormai italiano da tempo, ma di origini russe, ha riferito di aver rubato da un camion parcheggiato alcuni giubbotti. Capi di abbigliamento che appartenevano ad alcuni commercianti cinesi che avevano iniziato a scaricare il mezzo ma poi avevano deciso di terminare l’operazione il giorno seguente. Nel frattempo, però è intervenuto il giovane che abita a Livorno, in trasferta a Pisa, trafugando i vestiti rimasti. In parte – ha ricostruito proprio davanti ai poliziotti – sono stati venduti per acquistare la droga. Ma sette sono sopravvissuti. È stato sempre lui, rivelando il nascondiglio, a permettere alle forze dell’ordine di ritrovarli (li aveva messi vicino ai binari) e restituirli ai proprietari del negozio che doveva essere rifornito. Uno degli aspetti, quest’ultimo, che non ha permesso agli agenti di fermarlo. È stato, infatti, più che collaborativo. Ma non solo, perché è anche mancata la flagranza del reato. Per questo, alla fine del racconto, si è deciso (una decisione condizionata dalla legge) di deferirlo. Lasciandolo in libertà.

L’uomo, che ha precedenti, però, dalle verifiche fatte, risulta avere una casa e una famiglia da cui non voleva tornare proprio per la vergogna. «Vi scongiuro, arrestatemi», ha detto preferendo il carcere al rientro nella sua abitazione. «Non sopporto più questa esistenza». Non vivendo in strada, ma avendo dei legami e una dimora, non è dunque potuta scattare neppure la segnalazione ai servizi sociali.