Scontro tragico all’alba sull’Aurelia. Morto dopo cinque mesi di ospedale

Giacomo Biagini aveva 58 anni. Indagato l’automobilista dell’altra vettura

I rilievi erano stati fatti dalla polizia stradale (foto di repertorio)

I rilievi erano stati fatti dalla polizia stradale (foto di repertorio)

Pisa, 15 novembre 2017 - E’ morto dopo cinque mesi in una struttura sanitaria di Imola, dove era stato trasferito in seguito ai traumi riportati nell’incidente. Di fatto, non si era più ripreso. Giacomo Biagini, 58 anni, impiegato in una ditta di Guasticce, era stato protagonista il 3 settembre 2015 di un incidente mentre stava andando al lavoro. Fu soccorso e ricoverato in ospedale con un trauma toracico e cranico. Poi le condizioni peggiorarono fino al febbraio 2016, quando morì. L’uomo alla guida dell’altra auto, un 70enne residente a Pisa, a quel punto era finito nel registro degli indagati con l’ipotesi formulata dalla Procura di omicidio colposo, anche se la discussione verterà proprio su questo e sull’eventuale concorso di colpa con la parte lesa. Ieri mattina, il caso è arrivato davanti al giudice Giuseppe Laghezza, pubblico ministero Paola Rizzo. Ma né la difesa, sostenuta dall’avvocato Antonio Iascone del foro di Viareggio, né la parte civile, curata dall’avvocato Gianna Borghesi di Pisa, avevano ricevuto la notifica per la convocazione. L’udienza preliminare è stata quindi rinviata alla fine di novembre. Si deve ancora dunque entrare nel merito della vicenda.

Uno scontro tragico avvenuto poco dopo l’alba. I due uomini stavano viaggiando sull’Aurelia, in direzione di Livorno, quando, all’altezza della località Mortellini, questa la ricostruzione fatta dagli investigatori e poi dagli inquirenti fino a questo momento, Biagini, che non avrebbe indossato la cintura, si trovò davanti una macchina (una Opel Astra) ferma (da capire da quanto) che fu arrestata dal 70enne forse con l’intenzione di girare alla deviazione per Coltano. L’impatto con la vettura fu forte.

Biagini fu soccorso (il 118 fu chiamato dallo stesso indagato) e portato in ospedale e trasferito in seguito a Imola per la riabilitazione, che però non ci fu. Dopo molto tempo, a febbraio del 2016, la sua battaglia contro la morte cessò. A quel punto, dalle lesioni colpose gravi, l’ipotesi di reato si trasformò in omicidio colposo. E fu effettuata anche l’autopsia. Già concluso l’aspetto risarcitorio per la famiglia della persona deceduta, con la compagnia assicurativa che è intervenuta liquidando gli eredi. Motivo per cui non si costituirà parte civile nell’eventuale processo. Così come è stato indennizzato anche l’altro automobilista che aveva avuto grossi danni alla vettura.

Una vicenda dolorosa per entrambe le parti soprattutto per il fatto che la morte è sopraggiunta dopo mesi dall’incidente. Per la difesa dell’uomo alla guida dell’auto tamponata da quella di Biagini - che si trovava a bordo di una vecchia Panda - la dinamica è ancora tutta da dimostrare e l’ipotesi di omicidio colposo per l’assistito eccessiva. A fine novembre, sarà il giudice a stabilire o meno il rinvio a giudizio.

antonia casini