I dubbi di Confesercenti Toscana Nord sull'home restaurant ora chiariti dalla legge

La nuova tendenza del "ristorante a casa mia" sarà regolata da una normativa ad hoc in approvazione alla Camera

Chef professionisti al lavoro (fonte Ansa)

Chef professionisti al lavoro (fonte Ansa)

PISA, 19 gennaio 2017 – ‘Home restaurant’: fenomeno sociale o ristorazione parallela per aggirare il fisco? Era questa la domanda che Confesercenti Toscana Nord si era posta poco tempo fa sul proliferare, anche nella nostra provincia, degli home restaurant. Una nuova tendenza che vede padroni di casa trasformarsi in chef che invitano poche persone a mangiare da loro spendendo pochissimo. Basta avere una cucina, un po' di posto per ospitare i commensali e nessuna autorizzazione del Comune o dell'Asl, perché chi ha un home restaurant non svolge un’attività di ristorazione, ma semplicemente invita amici o persone contattate su internet a consumare un pasto completo nella propria dimora in cambio di un piccolo compenso. «Ma se il fenomeno sociale diventa un modo per aggirare il fisco o peggio ancora concorrenza sleale?” domandava ancora la Confesercenti.

La risposta a questi dubbi è arrivata dal Parlamento con una legge che a gennaio è andata in approvazione alla Camera dopo un percorso tortuoso. Sei articoli in tutto per «disciplinare l' attività non professionale di ristorazione esercitata da persone fisiche nelle abitazioni private» e al tempo stesso fornire strumenti che tutelano sia i consumatori che la leale concorrenza. Innanzitutto, salvo ritocchi che possono arrivare dal passaggio in Senato - si stabilisce che l' attività di home restaurant «si avvale di piattaforme tecnologiche che possono prevedere commissioni sul compenso di servizi erogati» su cui vigilerà il ministero dell' Economia. Occorre registrarsi almeno 30 minuti prima di fruire del pasto e pure la cancellazione del servizio prima della sua fruizione deve rimane tracciata. Stesso discorso per i pagamenti esclusivamente attraverso sistemi elettronici.

Le abitazioni private utilizzate per le cene devono possedere tutti i requisiti igienico sanitari previsti da leggi e regolamenti anche se non è previsto un cambio di destinazione d' uso dei locali; occorre invece l’attestato Haccp (per saper gestire i rischi legati all' igiene dei prodotti alimentari) ed una assicurazione per la responsabilità civile verso terzi. L’inizio dell’attività deve essere comunicato con una Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) al Comune. Infine è fissato un tetto di coperti che non può superare i 10 al giorni e i 500 all’anno.

La legge prevede anche che i compensi non possano superare i 5mila euro all' anno, importo sul quale trattandosi di attività saltuaria non si pagano tasse. Se questa soglia viene superata scatta l' obbligo di dotarsi di partita Iva e di iscrizione all' Inps e poi ovviamente si entra nel normale regime fiscale. “E’ un primo passo importante per mettere regole in un settore che rischiava di essere fuori controllo – commenta il direttore di Confesercenti Toscana Nord Marco Sbrana -. Ci auguriamo che il passaggio al Senato non stravolga una legge che è frutto di una sintesi tra i diversi partiti. Se tutto andrà bene, ci saranno regole da seguire che permettono di distinguere nettamente gli home restaurant dai ristoranti tradizionali. Spetterà a questo punto alle istituzioni preposte – conclude – controllare il rispetto delle norme con un monitoraggio costante”.