La pistola, il passamontagna, la rapina: così è morto il bandito ucciso dal gioielliere

Simone Bernardi, 43 anni, era originario di Latina. Nel 2010 aveva compiuto una violenta rapina con altri complici in Maremma

La gioielleria della rapina e, nel riquadro, la vittima

La gioielleria della rapina e, nel riquadro, la vittima

Pisa, 14 giugno 2017 - Un proiettile che non gli ha lasciato scampo, che ha trafitto organi vitali, entrando dal fianco sinistro. E' morto così Simone Bernardi, originario di Latina, il rapinatore di 43 anni ucciso da Daniele Ferretti, 69 anni, gioielliere. (LEGGI IL RACCONTO DEL GIORNO DOPO LA RAPINA). Attraverso le impronte digitali, per i carabinieri è stato semplice riconoscere che quel cadavere, in un primo tempo attribuito a un cittadino straniero, era di quel 43enne laziale che aveva già compiuto altre rapine in Toscana. E che era uscito lo scorso marzo dal carcere don Bosco di Pisa, dove si trovava per reati specifici. Aveva anche svolto un programma di reinserimento sociale.

 

Ma alla fine era tornato a fare rapine. Era l'unico, secondo quanto si apprende, con il volto travisato, dei tre del commando. Forse perché pensava, da vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, di essere riconosciuto. La Beretta calibro nove di Daniele Ferretti, regolarmente denunciata, avrebbe fatto fuoco sei o sette volte, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti.

Dentro il negozio i banditi avrebbero puntato la pistola anche contro la moglie di Ferretti. I rapinatori avrebbero esploso un paio di colpi, che non hanno raggiunto nessuno. Gli altri due sono ancora in fuga: i carabinieri li stanno cercando. LA TESTIMONIANZA DI UNA ABITANTE DELLA ZONA (LEGGI)

E hanno sequestrato la Panda rubata con cui i rapinatori sono arrivati alla gioielleria. Di Bernardi le cronache avevano parlato nel 2010, quando con altre due persone l'uomo tentò una rapina a Capalbio Scalo, in provincia di Grosseto, alla filiale del Monte dei Paschi. Riuscirono a fuggire con il denaro, ma furono presi dopo poco e per l'uomo si aprirono le porte del carcere. I tre avevano esploso molti colpi di pistola contro i carabinieri, che li avevano intercettati.

Nella serata di martedì, intorno alle 19.30, in via Battelli, Simone Bernardi ci ha riprovato. Stavolta ha trovato la morte. Intanto, moltissimi sono gli attestati di solidarietà al gioielliere, che arrivano dalla politica e dai cittadini comuni. "Ha fatto bene a sparare", dicono in tanti su Facebook, mentre in via Battelli si cerca di riprendere, con difficoltà, la vita di tutti i giorni.