Ville nel mirino dei falsi finanzieri. Quattro arresti, si cerca il basista / VIDEO

In quattro suonarono alla porta di un noto professionista: casa svuotata

Parte del materiale sequestrato nell’auto dei quattro alla barriera di Carmagnola

Parte del materiale sequestrato nell’auto dei quattro alla barriera di Carmagnola

Pisa, 26 maggio 2017 - Falsi finanzieri, si stringe il cerchio. Così, mercoledì sono state eseguite le misure cautelari in carcere per Gianfranco Cassano, pensionato di 63 anni, chiamato dagli altri il comandante, e Loris Lunardi, 50, per i fatti di Pisa. Una vicenda che risale ad agosto, quando un professionista pisano fu derubato in villa. I due - insieme a un terzo, Alberto Poto, 56, per il quale il pm non ha ritenuto necessaria la misura - si trovano già nella casa circondariale Le Vallette di Torino, dopo l’arresto della squadra mobile di Pisa alla barriera autostradale di Carmagnola. Gli investigatori stanno ora cercando il basista pisano di quella che viene considerata una banda e alla quale potrebbero essere contestati altri colpi avvenuti nei mesi scorsi fuori provincia.

L’indagine è partita a fine agosto. Quando a casa di un professionista pisano si presentano in quattro che si fingono militari delle fiamme gialle (con pettorine, palette e anche targhe falsificate, tutto sequestrato) e inscenano un blitz al termine del quale portano via gioielli e denaro per 35mila euro. Passano i giorni, gli agenti, diretti dal vice questore aggiunto Rita Sverdigliozzi, si concentrano su uno dei componenti, quello che viene definito il «capitano», con numerosi precedenti, da cui prende il nome anche l’intera operazione. Si ricostruiscono i movimenti, anche grazie a intercettazioni telefoniche non semplici, visto l’utilizzo di telefoni cellulari specifici, che cambiano ogni volta. Si rintracciano le auto, Punto intestate a persone inesistenti, e si tracciano gli identikit di chi ha agito che vengono confrontati con le foto segnaletiche. Decisive le telecamere di videosorveglianza private del professionista ripulito. I quattro - c’è anche una donna di 41, per la quale viene stabilito solo l’obbligo di dimora - sono monitorati. Così, si intuisce che ci sarà un nuovo colpo: in Liguria. La nostra polizia e i colleghi torinesi, di Imperia e Savona, si attivano. Appostamenti e controlli. Il giorno X, il 19 gennaio, la mobile pisana segue i quattro a distanza, nell’attesa che portino a termine il progetto. Poi, chiedono ai colleghi di verificare se ci sia stata qualche truffa con le caratteristiche già conosciute sul territorio. In quel momento arriva al comando una denuncia per un episodio a Sanremo, nel mirino, stavolta, un imprenditore e la sua famiglia. L’attività prosegue in diretta in un collegamento telefonico fra vittime e operatori della sicurezza. I quattro vengono sorpresi già di rientro a Torino. In autostrada, un breve inseguimento. Si aspetta di essere fuori dalla zona più frequentata per evitare incidenti. Anche perché l’auto degli investigatori viene speronata. All’altezza della barriera di Carmagnola, la resa. La polizia apre la vettura e trova la refurtiva, oltre 100mila euro il valore, e l’attrezzatura usata. L’ultimo bottino - orologi, catene in oro, spille e anche soldi - viene restitutito al proprietario (che riconosce i quattro) felice di aver recuperato «il lavoro di una vita». L’altro, invece, ormai è sparito. «La refurtiva veniva –spiega chi ha condotto le indagini – subito piazzata sul meracato nero».