Delfino spiaggiato salvato con il pedalò / VIDEO

L'allarme in spiaggia: "E' uno squalo". Intervenuti il guardiaspiagge e la capitaneria

Delfino spiaggiato a Calambrone

Delfino spiaggiato a Calambrone

Calambrone (Pisa) 22 agosto 2017 - E' stato in mare tre ore e mezzo. E’ stato lui a dare l’allarme, Gabriele Martini, il guardiano di turno la notte fra mercoledì e giovedì all’Oasi del Mare a Calambrone, raccogliendo le paure di un gruppo di ragazzi che stavano ballando sul bagnaschiuma e che parlavano di «uno squalo». «C’è un delfino quasi spiaggiato», ha detto l’uomo al telefono chiamando il 1530, il numero di emergenza gratuito della capitaneria di porto attivo 24 ore su 24 per le emergenze. «I giovani sono ospiti del campeggio Pineta all’interno dell’Oasi – racconta il titolare Luca Gianvanni – Anche loro hanno seguito tutta la vicenda». A quel punto, dalla sala operativa di Livorno è stato contattato il comando dell’ufficio responsabile per il litorale pisano e vecchianese, che ora ha sede a Tirrenia. Gabriele, nell’attesa, ha provato a ridargli la libertà, dato che era a riva ribaltato. «L’ho preso in collo e rimesso in acqua e ha ripreso a nuotare, ma non appena riuscivo ad allontanarlo, lui tornava da me. Aveva delle reti attaccate alla coda che ho eliminato. Un’esperienza incredibile che non dimenticherò».

Difficile soccorrere il delfino di circa due metri, come ci ha insegnato Arno, il tursiope che per oltre due mesi ha soggiornato nel nostro fiume. Si tratta di animali molto delicati che possono riportare ferite mortali con il solo contatto di oggetti sulla loro pelle. Così è stato deciso di utilizzare non un mezzo a motore per provare a ricondurlo dolcemente in mare aperto, ma un pattino, di quelli con i pedali. «Ci sono voluti tre tentativi prima di arrivare al successo», spiegano dalla guardia costiera. «Solo al terzo, il delfino ha ripreso il largo». All’inizio sembrava non stesse molto bene, dicono le persone che hanno assistito a tutta la scena. «Ma la dottoressa che è arrivata con gli uomini della capitaneria - prosegue Martini – mi ha rassicurato che l’animale stava meglio ‘si è abituato a te’, mi ha detto e così mi hanno fatto salire sul pedalò per seguirlo, ogni volta faceva dietrofront verso di me, poi a un certo punto ha fatto un salto e se n’è andato».