Cascina: caso nidi, si cercano i soldi ‘spariti’

Nessuna traccia per ora dei contanti. Dopo l’arresto di Alberto Romei. Martedì 16 maggio 2017 le altre due indagate in Procura

CONTROLLI La guardia di finanza al lavoro sui documenti (foto di repertoeio)

CONTROLLI La guardia di finanza al lavoro sui documenti (foto di repertoeio)

Cascina (Pisa) 15 maggio 2017 - Si cercano i soldi, circa 200 mila euro, che per gli inquirenti mancherebbero all’appello. Denaro di cui non si trova traccia, almeno, nel contante. Al setaccio i conti correnti e anche casa e domicilio (nei giorni scorsi) di Alberto Romei, il funzionario comunale 52enne, originario di Castelnuovo Garfagnana, ma impiegato a Cascina, arrestato venerdì pomeriggio dalla Guardia di finanza con l’accusa di peculato e truffa, vittima lo stesso Comune cascinese. L’uomo, in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si terrà probabilmente mercoledì, avrebbe iniziato a raccontare la sua versione. Martedì, invece, saranno sentite le altre due indagate (due educatrici), accusate di concorso per entrambi i reati.

La posizione di queste ultime, dopo l’audizione in Procura, potrebbe cambiare. Un caso nato da alcune irregolarità riscontrate nelle graduatorie proprio per l’accesso ai nidi a Cascina. E anche da migliaia di euro, duecentomila in tutto, ‘spariti’ dal 2014 fino all’autunno scorso. Nei giorni scorsi, le fiamme gialle hanno perquisito casa e ufficio di Romei - difeso dall’avvocato Romano Zipolini - che respinge ogni addebito. Se le accuse saranno provate, l’ex coordinatore pedagogico (l’amministrazione comunale appena ha avuto i primi dubbi sulla gestione dei servizi relativi alla prima infanzia lo ha spostato in biblioteca) potrebbe rischiare anche il licenziamento.

Secondo gli inquirenti, l’impiegato comunale avrebbe ripetutamente chiesto indietro a due asili privati (ma non è escluso che l’indagine si estenda) denaro rispetto ai contributi che il gestore riceveva dal Comune per garantire il servizio in convenzione. Ci sarebbero infatti documenti che attestano versamenti, ma nessuna traccia di contante. Si stanno effettuando accertamenti sui beni di sua proprietà per procedere a un sequestro preventivo a copertura dei soldi mancanti. Il reato di peculato, invece, è stato ricostruito, sarebbe stato ipotizzato in quanto il 52enne avrebbe falsificato delibere comunali realmente esistenti ma il cui contenuto nulla aveva a che fare con la gestione dei nidi.

Il primo blitz, un mese fa. A inizio settimana, gli uomini delle Fiamme gialle si sono presentati in Comune uscendone con molti documenti relativi al periodo sotto esame, due anni, in particolare, dal 2014 al 2016. Tutti appartenenti all’ufficio che si occupa delle scuole comunali. Al setaccio, la documentazione relativa ai servizi educativi per la prima infanzia gestiti da cooperative esterne. Controlli sono stati eseguiti anche nei due asili nido coinvolti nell’indagine. Già ad aprile, la finanza aveva controllato l’ufficio e i computer del dipendente comunale. L’ammnistrazione comunale attende le indagini della magistratura per prendere eventuali provvedimenti. Ma, intanto, si sta attrezzando per cambiare il regolamento di accesso ai servizi con «regole più stringenti – ha annunciato l’assessore Luca Nannipieri – e anche maggiori controlli».