Studente finisce nel mirino dei bulli. "Legato a un albero e frustato"

La madre lo porta in ospedale: "Aveva segni sul collo ed escoriazioni"

Il ragazzo è stato portato dalla madre al Pronto Soccorso e medicato (foto di repertorio)

Il ragazzo è stato portato dalla madre al Pronto Soccorso e medicato (foto di repertorio)

Pisa, 14 dicembre 2017 - Prima preso di mira e bersagliato con una serie di palline da tennis e un cavo elettrico. Poi le offese e gli insulti. E per finire le caviglie legate con una corda a un albero. Poi il bacino. Infine anche il collo. Un episodio di bullismo, di quelli brutti, insensati, iniziato solo per «gioco» e diventato, in una manciata di minuti, un autentico trauma, che fa male non solo alla vittima ma a chiunque ne venga a conoscenza. E’ accaduto pochi giorni fa in un paese dell’hinterland pisano, quando un ordinario pomeriggio di divertimento all’aria aperta tra ragazzi si è trasformato in un grave episodio.

A essere preso di mira uno studente di 16 anni che, a causa delle contusioni riportate e dei graffi causati da un gruppo di coetanei, ha dovuto essere portato al Pronto Soccorso di Cisanello per farsi medicare. Ferite e contusioni che guariranno nel giro di pochi giorni. Lo stesso non si può certo dire per il trauma e l’impatto psicologico, violento e devastante, che, con ogni probabilità, farà fatica a dimenticare.

Al centro dell’episodio un gruppo di adolescenti che, alcuni giorni fa, si sono ritrovati nel giardino di un’abitazione privata per giocare e trascorrere qualche ora insieme. Uno scherzo, una parola di troppo, poi qualche insulto e, infine, un gioco che si è spinto ben oltre. Un gruppo di «bulletti» ha cominciato a lanciare palline da tennis contro il 16enne. Poi l’hanno «frustato» con dei cavi elettrici per poi legarlo ad un albero con una corda bloccandolo alle caviglie, all’altezza del bacino e al collo. Stando a una prima ricostruzione dei fatti e ai racconti di alcuni residenti che hanno voluto denunciare l’episodio a La Nazione «ad un certo punto un ragazzo del gruppo si è reso conto che il gioco era diventato molto pesante e ha deciso di intervenire per liberare la vittima, che è tornata a casa». La Nazione ha contattato la madre del ragazzo la quale conferma l’accaduto e, proprio in queste ore, sta valutando se rivolgersi alle forze dell’ordine per sporgere denuncia. Ma, a prescindere dalla comprensibile preoccupazione, sulla questione la donna non ha dubbi: «Poteva succedere una tragedia che, per fortuna, non si è verificata. Ho accompagnato mio figlio al Pronto Soccorso quando ho notato escoriazioni, graffi e abrasioni all’altezza del collo e sulla testa. Non oso immaginare cosa sarebbe potuto accadere se la cosa non si fosse fermata in tempo».

In paese, ormai da alcuni giorni, non si parla d’altro e la preoccupazione, unita ai sempre più frequenti casi nazionali macchiati di bullismo, lascia attònita l’intera comunità. Ma la madre della vittima non intende nascondersi dietro ad un dito e, con coraggio, lancia un appello. «E’ fondamentale parlare con i nostri figli affinché episodi del genere non si verifichino più. Gli adolescenti vivono un’età difficile e fanno fatica a confidarsi con i genitori – dice –, ma non serve a niente nascondersi nel silenzio. Solo parlando con la famiglia, con gli adulti o con la parrocchia si possono prevenire episodi simili che, purtroppo, possono tramutarsi in gesti gravi e pericolosi».