Botte nel giorno di San Valentino. Lei finisce al pronto soccorso

Non è la prima volta. Per la donna quindici giorni di prognosi

Pronto soccorso (foto di repertorio)

Pronto soccorso (foto di repertorio)

Pisa, 16 febbraio 2018 - Botte per il giorno di San Valentino. Quello che dovrebbe festeggiare l’amore. Ma in questa vicenda di amore non ce n’è. Lui l’ha picchiata. Tanto da far finire la compagna, per l’ennesima volta, in ospedale. Una storia triste. Che trasforma di nuovo una lite in un fatto di cronaca dei più dolorosi. Lei, conosciuta in pronto soccorso perché purtroppo curata molte altre volte per eventi simili, si è presentata il 14 febbraio scorso al triage. Di primissimo mattino. Le ferite sono sempre le solite. Provocate da schiaffi. Appena alzata, la coppia ha cominciato la routine ed è partita la furia. Chissà se il litigio andava avanti dal giorno prima. O se è solo l’ennesimo scatto di violenza. Lei si difende e sferra qualche colpo a lui. Ma poi ha la peggio. Una volta al policlinico, racconta quello che è successo, anche se è evidente. Dieci-quindici, in media, i giorni di prognosi che le vengono dati dopo le medicazioni. Per questo genere di reati - gli articoli 581 del codice penale (percosse) e 582 c.p. (lesione) - si può procedere d’ufficio solo se il referto medico indica più di 20 giorni. Altrimenti sono perseguibili soltanto per querela di parte. Eventualità che, fino a questo momento, nonostante il sostegno del personale sanitario e di quello del posto fisso di polizia, non si è verificata. La donna non vuole denunciare il compagno, per il momento. Ogni volta che viene contattata per formalizzare la querela, rinuncia sostenendo di amarlo. Loro, due persone giovani, che provengono da una famiglia non certo abbiente. Particolari, però, che restano soltanto tali. Perché di storie così ce ne sono tante, in molti aspetti uguali, per tanti altri diverse.

Un caso non isolato. Lo stesso quattordici febbraio, sempre nell’ospedale di Pisa, è arrivata un’intera famiglia, compresi i suoceri di una delle due parti. Una maxi lite con più feriti. La settimana che si sta concludendo è stata movimentata, in tal senso. Perché si sono verificati, in totale, 4 episodi del genere. Botte tra familiari. Liti violente, rapporti che finiscono in drammi, stalking. Di queste storie sono piene le aule del nostro Tribunale, sempre di più. Storie che raccontano di legami che si spezzano e degenerano, di disagi, vendette, dispetti e ferite che spesso riguardano anche i figli. E non sempre la vittima è la donna.

Bambini ricattati, contesi, confusi. Ai quali viene negato il diritto ad avere entrambi i genitori vicini. Su questi temi sono nate associazioni che forniscono assistenza e aiuto legale e psicologico. Come il Centro antiviolenza bigenitoriale onlus che il 25 aprile di un anno fa organizzò a Cascina un flash mob di padri e padri separati e divorziati che da anni non vedono più i loro bambini. In alcuni casi, sono diventati adolescenti crescendo senza vedere il papà o la mamma. Violenza su violenza.