Prof disabile chiede nuova carrozzina elettrica. 'Costretta a visita neuropsicologica’

Diffidata l'Asl: "Erogare alla docente l'ausilio prescritto entro 5 giorni"

BATTAGLIA PER I DIRITTI La prof del Galilei Michela Benedetti

BATTAGLIA PER I DIRITTI La prof del Galilei Michela Benedetti

Pisa, 26 luglio 2017 - Attende da febbraio un suo diritto, un mezzo elettronico che dona autonomia a chi non può camminare dalla nascita. Stupida burocrazia, a volte ottusità, che condiziona la vita. E così alla professoressa Michela Benedetti, insegnante di Lettere al classico Galilei di Pisa, per la sotituzione della carrozzina, sono state richieste due visite di accertamanto: di integrità di «capacità visiva» e «neuropsicologica». La docente, protagonista di altre battaglie per «chi non ha i miei stessi strumenti» si è rivolta all’Aduc e al suo delegato Gianfranco Mannini. «Quello che doveva essere un preciso percorso indicato dalle norme e dalla Ragione – premette Mannini – si è trasformato in un vero e proprio calvario dal momento che» dal Laboratorio ausili per la comunicazione, l’apprendimento e l’autonomia (Lapca) sono stati «imposti alla prof Benedetti», questi accertamenti (sulla base di una errata interpretazione del decreto 4028 del 10.06.2016) «per valutare le sue capacità cognitive, da effettuarsi presso un servizio di fatto inesistente».

«La visita non è infatti prenotabile neppure tramite il Cup», precisa la protagonista della vicenda. Un problema già «segnalato al difensore civico regionale e al garante dei diritti della persona disabile, Lia Sacchini» che sta seguendo il caso, prosegue Mannini. «Con l’evidente intenzione di mettere una “toppa” riparatrice alla illegittima pretesa di esami non previsti da nessuna norma, è stato creato di sana pianta un servizio». Così la prof è stata chiamata «per fissare la visita neuropsicologica in cui sottoporla ad un “folle” e offensivo test della durata minima di due ore per valutarne le capacità cognitive, test che, a tutela di dignità e diritti Benedetti si rifiuta di effettuare». Da qui, la richiesta all’Asl, «entro 5 giorni», di «erogare alla prof l’ausilio prescritto»; e alla Regione di «emettere una nota» charificatrice «per evitare che altre persone possano trovarsi nelle stesse difficoltà». Per la difesa dei diritti di tutti.