Pisa, 3 maggio 2016 - Un'escalation di botte e violenze. Gli ultimi giorni di Samantha, la bimba di tre anni morta la scorsa settimana in una baracca al Calambrone forse in seguito ai maltrattamenti subiti dal compagno della madre, arrestato il giorno seguente, sono stati giorni di torture.
È quanto si apprende da ambienti investigativi dopo l'interrogatorio che oggi la mamma ha sostenuto davanti ai carabinieri del nucleo investigativo e al medico legale per spiegare perché c'erano dei segni trovati sul corpo della piccola. La donna per oltre cinque ore ha risposto alle domande degli investigatori e ha ricostruito gli ultimi 10 giorni di vita di sua figlia spiegando l'origine degli ematomi rinvenuti sul cadavere e raccontando le violenze che la bambina subiva da Tonino Krstic, il suo compagno serbo di 33 anni.
Per l'uomo si profila dunque, all'esito degli esami sui tessuti prelevati in sede di autopsia, l'accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla morte. La donna ha anche riferito ai carabinieri che nel dicembre scorso i vigili urbani di Pisa erano andati nella baracca a cercare il fratello minorenne del serbo per chiedere conto delle sue numerose assenze scolastiche ma lui non abitava più lì da tempo. Gli agenti però si resero conto che in quella casa fatiscente abitavano la donna con la sua figlia piccola. Il Comune, tuttavia, ha confermato a più riprese che i servizi sociali cittadini non erano informati della situazione familiare che stavano vivendo.