Attentato sventato a Pisa: fermato 26enne, aveva annunciato il martirio

I carabinieri lo hanno trovato e preso nel giro di 8 ore, rintracciandolo in un'area boschiva dove si era rifugiato. Trasferito in un Cie, sarà presto espulso

I carabinieri del Ros (foto d'archivio)

I carabinieri del Ros (foto d'archivio)

Pisa, 12 agosto 2016 - È stato fermato ieri a Pisa un tunisino di 26 anni, Bilel Chihaoui, da tempo nel mirino dei carabinieri del Ros di Torino e dei nuclei investigativo e informativo di Pisa (La Torre nel mirino - Leggi l'articolo). Il giovane da settimane avrebbe usato il web per inneggiare all'Isis e al compimento di attentati, postando anche la torre pendente e altri monumenti della città toscana. Bilel, è poi stato trasferito questa sera, intorno alle 19.30, in un Cie, in attesa di essere espulso. Il provvedimento è stato emesso dal prefetto nel pomeriggio e, spiega una nota diffusa dall'Arma, "scaturisce dagli elementi raccolti nell'ambito delle attività condotte dal Ros per prevenire e contrastare il fenomeno dei cosiddetti foreign fighters e lone wolves".

Proprio ieri Chihaoui aveva postato un messaggio su Facebook allarmante nel quale annunciava la sua morte come martire compiendo un attentato in città. I carabinieri lo hanno trovato e preso nel giro di 8 ore, rintracciandolo in un'area boschiva dove si era rifugiato. Il nordafricano, già noto agli investigatori pisani come pusher, aveva postato anche un lungo elenco di terroristi dell'Isis che avevano scelto il martirio compiendo attentati e il suo era l'ultimo nome iscritto nella lista.

Secondo quanto si è appreso, il nordafricano è stato fermato ieri dopo essere arrivato in città dal Piemonte. Chihaoui è stato dapprima condotto nella caserma del comando provinciale pisano in attesa di provvedimenti da parte della autorità italiane per lui infatti era stato prontamente chiesto un immediato decreto di espulsione dal territorio nazionale.

Secondo gli inquirenti "nei confronti del tunisino sono emerse infatti evidenze della sua vicinanza ideologica all'estremismo jihadista e all'Isis, anche in forza dei legami documentati con due foreign terrorist fighters tunisini recentemente deceduti mentre combattevano nel teatro di guerra siro-iracheno". In particolare gli investigatori hanno documentato "la pubblicazione, da parte del Chiahoui, di attestati di stima e condivisione della scelta effettuata dai due combattenti 'martiri', indicati tra i 'pochi uomini veri che aveva conosciuto' e come 'leoni' (termine frequentemente utilizzato nella propaganda jihadista per indicare il mujahidin) nonché di fotografie celebrative degli stessi, dei quali asseriva di voler emulare le azioni".

Sull'episodio si è poi pronunciato nel pomeriggio il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, che ha dichiarato: "Ho parlato con il prefetto Visconti e mi sono felicitato con le forze dell'ordine per la prontezza e l'efficacia dimostrate. Ho dato il ringraziamento di tutti i cittadini. E' molto importante sapere che c'è a nostra tutela un apparato di sicurezza sensibile e pienamente efficiente contro ogni rischio". "In questa occasione - ha poi aggiunto il primo cittadino - ho ribadito al Prefetto la richiesta, condivisa, già rivolta al ministro Alfano per il potenziamento del controllo antiterrorismo per la città di Pisa, con una specifica misura, secondo quanto a me proposto proprio dallo stesso ministro".