Non riconobbe aneurisma, radiologa rinviata a giudizio

Un’avvocatessa rischiò di morire per l’errore medico

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Pisa, 20 dicembre 2017 - Rischiò di morire per un aneurisma cerebrale ma la radiologa che l’aveva visitata non l'aveva riconosciuto alla lettura del referto della lastra. Adesso quella radiologa dell’ospedale Cisanello, difesa dall’avvocato Patrizio Pugliese, è stata rinviata a giudizio dal giudice per le indagini preliminari Giulio Cesare Cipolletta e sarà a processo in primavera davanti al giudice monocratico Raffaella Poggi.

La storia inizia nel 2011 e rischia di trasformarsi in tragedia nel 2014, quando l’avvocatessa sviene in tribunale e viene portata in ambulanza al pronto soccorso. Qui viene subito sottoposta a una serie di accertamenti che evidenziano la rottura di un aneurisma nel suo cervello. Una tragedia sfiorata che comunque condizionerà da allora la vita della donna. Si poteva evitare? Forse sì, se la radiologa che nel 2011 la visitò si fosse accorta che quella vena ingrossata dentro il suo cranio era un aneurisma.

Era il 21 dicembre 2011, la donna, un avvocato di Cascina, avverte un malore e viene ricoverata con urgenza all’ospedale di Cisanello. Segue una serie di accertamenti e una tac urgente. La radiologa che si sta occupando del suo caso non ravvisa nulla di preoccupante in quel referto e rimanda a casa la donna ordinandole di stare a riposo. Dopo quel brutto malore non ne seguirono altri e la donna continuò a trascorrere la sua vita tranquillamente. Ogni tanto qualche mal di testa, ma nulla che costringesse l’avvocatessa a ricorrere ai medici dell’ospedale.

Dopo tre anni, all’improvviso, avviene l’«evento infausto» come è stato definito ieri in udienza davanti al gip Cipolletta. E’ il luglio del 2014 e l’avvocatessa cascinese è in Tribunale per alcuni processi. All’improvviso sviene e subito viene trasferita in ambulanza al Pronto Soccorso. La diagnosi è spaventosa, perché questa volta i medici si accorgono che la donna ha un aneurisma e una seria emorragia rischia di farla morire. I medici si prodigano in tutte le cure del caso e salvano l’avvocatessa che, uscita dall’ospedale, si affiderà all’avvocato Stefania Mezzetti per denunciare l’ospedale e chiedere che sia fatta chiarezza sulla vicenda.

Alla fine, tutto approda nelle aule del tribunale di Pisa dove ieri è stata rinviata a giudizio la radiologa accusata di non aver visto, nel 2011, l’aneurisma nella testa della donna.

Eleonora Mancini