Pisa, delfino nell'Arno, il ristoratore: "Per lui ho comprato 4 kg di pesce"

Sempre più curiosità per l'animale che vive nel fiume

Il delfino nell'Arno

Il delfino nell'Arno

Pisa, 16 febbraio 2017 - Le prime ore del mattino, quando Pisa dormiva ancora, Luciano Pulga, noto ristoratore di Coltano, andava in riva all’Arno a salutare il delfino che ormai da mesi nuota nel tratto di fiume che scorre vicino al ponte dell’Aurelia e che ha suscitato la curiosità di pisani e turisti e calamitato le attenzioni di tecnici e scienziati.

I due, col passare dei giorni, hanno stretto una silenziosa amicizia che riusciva ad esprimersi solamente lontano da occhi indiscreti e si esternava con l’avvicinamento del delfino verso l’uomo e con la consegna del cibo.

«Sì, è vero. Gli ho portato da mangiare – racconta Pulga –. Compravo tre o quattro chilogrammi di sgombro e glieli portavo. Ma ora non so più se ho fatto bene e mi sono fermato. Sto facendo delle verifiche perché mi è stato detto che, forse, è meglio evitare, che non è consigliato dargli cibo perché così l’animale si disabitua a cacciare. Il che significherebbe privarlo degli elementi base per sopravvivere. Non sono convinto, ma mi sono fermato. Certo è che non mi aspettavo tutto questo clamore...».

Il clamore di cui parla Pulga sono le richieste di interviste ricevute, le telecamere accese su di lui, le continue domande a cui è sottoposto. Fra l’altro, proprio oggi, alle 16, la trasmissione della Rai, ‘Geo’, dedicherà spazio a quanto sta avvenendo a Pisa e trasmetterà immagini inedite girate dai passanti. «Vorrei tornare al mio lavoro e, soprattutto, non voglio creare problemi al delfino...» sussurra Pulga, che poi, incalzato, racconta che andava a trovare il delfino la mattina presto, verso le sette.

«Mi sono accorto che se a quell’ora, quando non c’era nessuno, quando non c’erano curiosi e regnava il silenzio, il delfino piano piano si avvicinava e mangiava. Al contrario, quando l’ora si faceva tarda, e la vita sui lungarni aveva ripreso l’abituale ritmo, era come se avesse paura e restava lì, in superficie, ma in mezzo al fiume».

Ed è proprio questo suo essere ancora lì – il primo avvistamento è avvenuto a dicembre – che è sembrato strano ai più. Gli esperti hanno assicurato che quell’esemplare di tursiope appartiene a una specie (Tursiops truncatus) che vive abitualmente in mare, ma che non disdegna, scrive Arpat, «di entrare nei porti, lagune e fiumi, seguendo le prede e/o condizioni meteorologiche favorevoli. Se inoltre tali condizioni favorevoli si presentano in assenza di elementi di disturbo, l’animale può trovare opportuno stazionare per lunghi periodi in questi luoghi che non rappresentano proprio il suo habitat di vita».

Pulga rispetta gli esperti, ma ha sull’argomento una sua teoria: «Sarà un’eresia, ma per me questo delfino campa in acqua dolce. E’ vero che sul fondo l’acqua non è dolce, ma con questo tempo non vedo come facciano ad esserci correnti salate. Qualcosa sta cambiando...».