Pisa, 7 maggio 2014 - Dopo due blitz dello scorso dicembre, ieri mattina è scattata la trappola. Trappola in cui è caduto il quarantatreenne Gaetano Restivo, geometra cascinese con studio sulla via Tosco Romagnola, sorpreso dai militari della compagnia di Pisa della Guardia di Finanza mentre prendeva una mazzetta da 14mila euro, nascosta in una valigetta. Secondo gli investigatori sarebbe lui il ‘mediatore’ coinvolto in un vorticoso giro di bustarelle esistente da tempo con lo scopo di insabbiare le pratiche di abusi edilizi commessi (e scoperti) sul territorio del Comune di Cascina.

Una vicenda - purtroppo non originale - in cui compaiono personaggi che in cambio di soldi si ‘offrono’ per chiudere entrambi gli occhi sulle irregolarità riscontrate. La questione si fa più complicata (e rischiosa), però, se chi riceve l’offerta non ci sta, e invece di rimanere nell’omertà decide di rivolgersi alle Forze di polizia. Come in questo caso.

Secondo quanto si è potuto apprendere ieri è scattata la trappola preparata da tempo dai finanzieri - che l’hanno ideata e ‘sponsorizzata’ - con la collaborazione di un cittadino ricattato per l’insabbiamento di un abuso edilizio, al quale è stato messo a disposizione il denaro necessario per pagare la tangente richiesta dal geometra Restivo, professionista legato agli uffici urbanistici del Comune di Cascina.

Poi, ieri mattina, la mediazione. In mattinata i due si sono incontrati e, dopo poche parole dette a mezza voce, la valigetta contenente 14 mila euro cambia di mano. E mentre il (bravo) cittadino se n’è andato, Gaetano Restivo si è alzato dalla sedia a passo lento per allontanarsi.

Tutto nella ‘norma’ se non ci fossero stati a pochi metri di distanza, a osservare la scena , gli uomini della Finanza, ovviamente in borghese. Pochi passi e, dopo essersi qualificati, i militari, hanno intimato al geometra di aprire la valigetta. A quel punto il professionista non ha potuto negare l’evidenza: flagranza di reato - corruzione - e arresto immediato. Nel primo pomeriggio di ieri, per lui - ex carabiniere e genero del titolare di una grossa ditta della zona - si sono aperte (e subito richiuse alle sue spalle) le porte della casa circondariale Don Bosco. Nelle prossime ore sarà fissata l’udienza di convalida dell’arresto davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pisa.

Questa vicenda fa seguito ai due blitz messi a segno - a meno di una settimana l’uno dall’altro - intorno alla metà del dicembre dello scorso anno, quando, i militari della Guardia di Finanza sequestrarono negli uffici del palazzo comunale di Cascina oltre 10mila documenti urbanistici mettendo sotto la lente d’ingrandimento ogni ‘zolla’ del territorio di Cascina. Sotto indagine sono finite le concessioni edilizie rilasciate dal 1998 a oggi.

«L’intera attività di governo del territorio di Cascina deve essere verificata — aveva detto in quell’occasione il sindaco Alessio Antonelli — : in pratica quel che è sotto la lente d’ingrandimento è il ‘dimensionamento’: si tratta di quanti alloggi sono stati costruiti e quanti invece sono stati previsti dal piano strutturale e dal regolamento urbanistico negli ultimi 15 anni». A quanto pare nell’inchiesta diretta dal sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Porpora ci sarebbero anche altri tre indagati. Secondo alcune indiscrezioni - al momento sulle indagini vige il massimo riserbo degli investigatori - , si tratterebbe di un tecnico del Comune di Cascina e di due agenti della polizia municipale - un uomo e una donna - , quelli che si occupavano dei controlli: i nomi dei tre sono presenti in tutte le pratiche incriminate di abusi.

Federico Cortesi

Irene Salvini