di Francesca Bianchi

Pisa, 24 aprile 2014 - «SONO PRONTO ad accogliere il figlio più grande di Zakir. Ha quindici anni: se vorrà, e so che tutta la famiglia sta davvero pensando di trasferirsi in Italia, lo aiuteremo a finire gli studi e per lui qui ci sarà sempre un lavoro».

A parlare è Parvez Latif, titolare del ristorante nel cuore di Pisa dove il giovane aiuto cuoco bengalese ucciso da un terribile pugno in faccia sferrato dal ventisettenne tunisino Hamrouni Hamza pochi giorni prima di Pasqua, aveva trovato un posto due anni fa. Datore di lavoro, amico, compagno. «Siamo in contatto con la famiglia, con la giovane moglie e i suoi tre figli. Abbiamo subito mandato in Bangladesh un po’ di soldi per sostenere le spese di questi giorni e del funerale che si è appena svolto». Non solo. Per la famiglia potrebbe aprirsi un altro spiraglio. Lo rivela ancora Parvez Latif: «Mi sono rivolto ai sindacati per capire se esiste la possibilità di considerare la morte di Zakir come un infortunio sul posto di lavoro visto che era appena uscito dal ristorante e l’aggressione è avvenuta a pochi passi dal locale. In quel caso, potrebbe essere corrisposto alla famiglia un risarcimento».

E mentre le lacrime ancora fanno fatica ad asciugarsi e il dolore — in tutta la comunità bengalese pisana — si mescola alla rabbia nei confronti dell’autore del terribile gesto (scappato in Tunisia e nei confronti del quale è scattato un mandato di cattura internazionale), non si ferma la macchina della solidarietà. Dopo il corteo per le strade cittadine che ha riunito nel nome di Zakir oltre 1.300 persone «nel mese di luglio — rivela ancora Parvez Latif — tutta piazza Chiara Gambacorti (dove Zakir lavorava e dove il giovane 34enne è stato aggredito, ndr) si unirà per una festa dedicata a lui. L’idea è partita da me ma tutti i commercianti hanno subito aderito». Intanto prosegue la raccolta sul conto corrente aperto per sostenere la famiglia di Zakir. Una quarantina i pisani che in pochi giorni hanno già provveduto a una donazione per un totale di poco più di 3mila euro.

IN QUESTE ORE, intanto, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Pisa con la collaborazione dell’Interpol e della polizia tunisina sembrano essere arrivati sulle tracce del tunisino scappato a poche ore dal delitto con un volo da Malpensa. Il tentativo è di convincerlo a tornare in Italia spontaneamente e in breve tempo, alleggerendo così la sua posizione ed evitando l’estradizione. Chiunque volesse aiutare economicamente la famiglia di Zakir può farlo attraverso il conto corrente aperto appunto presso il Banco Popolare – Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno – sede di Pisa – piazza Dante Alighieri 1. Per garantire la massima trasparenza il conto è stato intestato «Notaio Bianca Corrias Solidarietà Famiglia di Zakir» e il codice Iban è il seguente: IT35-S-05034-14011-000000004949.