Pisa, 23 aprile 2014 - SI TINGE di giallo l’incidente costato la vita a una studentessa universitaria e avvenuto la mattina della vigilia di Pasqua sul viale D’Annunzio, la strada alberata che dalla città della Torre Pendente Pisa conduce sul litorale pisano, purtroppo già teatro di innumerevoli tragedie simili. Ma non uguali. Perché stavolta, la dinamica di quello che potrebbe poi giuridicamente sfociare in un caso di ‘omicidio stradale’ sarebbe del tutto anomala. Pare, infatti — il condizionale in questo caso più che mai è d’obbligo, visto l’assoluto riserbo delle indagini —, che questa tragedia si sia verificata in circostanze assai particolari. In primo luogo gli esami del sangue del fidanzato della giovane vittima avrebbero dato esito negativo per alcol, ma positivo alle sostanze stupefacenti. Era lui al volante dell’auto. Fin qui, purtroppo, niente di estremamente clamoroso.

UN BEN più inquietante scenario, infatti, si aprirebbe - secondo alcune indiscrezioni - sulla base di quanto il ragazzo avrebbe rivelato agli investigatori. Ovvero, il fatto che poco prima del violentissimo scontro frontale, lui e la sua fidanzata avrebbero furiosamente litigato e che la studentessa avrebbe improvvisamente tirato il freno a mano, facendo perdere al ragazzo il controllo dell’auto con conseguenze tragiche. Per cercare di capire la veridicità di quanto avrebbe raccontato il giovane, ossia l’esatta dinamica dell’incidente, sono alacremente al lavoro i poliziotti della sezione «Volanti» della Questura, che insieme ai loro colleghi della Polizia Municipale hanno eseguito i rilievi sul viale D’Annunzio. Viale che, a causa di quello spaventoso incidente, è addirittura rimasto chiuso al traffico per due ore.

UNO SCONTRO mortale avvenuto intorno alle 7 di sabato, all’altezza della maledetta ‘curva delle Tre Buche’, che già tante vittime ha mietuto nel passato. Dopo una serata-nottata trascorsa insieme i due giovani - fidanzati da pochi mesi - stanno andando a casa di lui. Il ventunenne Marco Perroni, abitante a Marina di Pisa, è al volante della sua Suzuki wagon, con al fianco la fidanzata, la ventiduenne Alessandra Palla, residente a San Martino Ulmiano, un paese alla periferia di Pisa, ma nel comune di San Giuliano Terme. Poi lo schianto, le cui cause sono adesso avvolte nel mistero. Di fatto l’auto impatta frontalmente con una Mercedes, condotta da una giovane di Macerata, da tempo abitante a Pisa. Quando arrivano i soccorritori — tre ambulanze della Pubblica Assistenza del Litorale Pisano, della Pubblica Assistenza e della Misericordia di Pisa — si capisce subito che la più grave dei tre feriti è Alessandra. Sono i vigili del fuoco che aprono le lamiere contorte per estrarre la studentessa: aiutano medici e volontari delle associazioni per le operazioni di rianimazione che durano per 40 lunghissimi minuti. La studentessa di Scienze infermieristiche viene trasportata a sirene spiegate al Pronto Soccorso. Si tenta un disperato salvataggio. Accusa più arresti cardiaci: il primo subito dopo l’incidente, l’ultimo spezza la sua giovane vita nella tarda mattinata. Marco invece ha tre costole rotte e un problema a un polmone, fortunatamente non grave. E’ già tornato a casa, ma dal punto di vista psicologico è ovviamente distrutto.
 

DISPOSTA dal magistrato che dirige l’inchiesta — il sostituto procuratore Giovanni Porpora — ieri il dottor Luigi Papi ha eseguito l’autopsia, dopodiché la salma è stata restituita ai familiari. Oggi alle 15, nella chiesa di San Martino Ulmiano, gli stessi genitori, gli amici e le compagne di squadra della pallavolo Ospedalieri la saluteranno per l’ultima volta. «Era unica» ha detto ieri a La Nazione la cugina di Alessandra. E unica resterà nei cuori di tutti quelli che le hanno voluto bene.