Pisa, 18 aprile 2014 - MIGLIAIA di sentenze di processi, celebrati negli ultimi otto anni per le cosiddette droghe leggere, potrebbero essere ‘riviste’ dopo la decisione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pisa Guido Bufardeci, che in queste ore ha accolto il ricorso dell’avvocato Alberto Marchesi che aveva presentato istanza di revoca parziale di una sentenza del 2012 in cui un tossicodipendente pontederese era stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione per aver detenuto poco meno di mezzo chilo di hashish.

Questo perché nel febbraio scorso la Corte Costituzionale ha sancito l’illegittimità della «legge Fini-Giovanardi» che equiparava le droghe leggere a quelle pesanti, ristabilendo la differenziazione. Queste le ricadute. Per i processi in corso nessun problema, il giudice applicherà la normativa più favorevole.

IL PROBLEMA che si è posto il gip pisano è stato quello di trovare il rimedio per i processi già definiti con sentenza irrevocabile, in quanto il giudicato può essere modificato solo in conseguenza di abrogazione della norma incriminatrice, che è rimasta tale seppur punita con pene inferiori. Il giudice Bufardeci è stato di diverso avviso e ha provveduto al riconteggio della pena. Questa decisione “pilota” (è la prima in Italia) apre la strada alla parziale revisione di migliaia di processi, che potranno essere riaperti sia pure limitatamente al trattamento sanzionatorio.

Ci sarà in seconda battuta da valutare l’impatto del provvedimento sulle persone che, per effetto di una legge incostituzionale, hanno subìto un’ingiusto periodo di detenzione (anche qui siamo nell’ordine delle migliaia, i quali potrebbero in teoria avviare un’azione risarcitoria contro lo Stato o riccorrere alla Corte di Giustizia europea per farsi indennizzare.