Pontedera, 2 Aprile 2014 - In questa terza puntata verso la Route Nazionale Agesci i ragazzi di Pontedera del Clan il Faro si raccontano. Il numeroso Clan si ritrova ogni martedì sera presso la  sede in zona villaggio Piaggio per percorrere insieme la strada del “coraggio d?amare”.

Che cosa è per voi il Coraggio?
“Per noi il Coraggio è mettersi in gioco e perciò non stare con le mani in mano. E? inoltre la voglia di cambiare sia se stessi che gli altri e soprattutto è il coraggio di amare il prossimo e di lasciare il mondo un po? migliore di come lo abbiamo trovato”

Qual è la vostra azione di Coraggio?
“Guardando il territorio a noi vicino e soprattutto la nostra città abbiamo subito notato che l?oratorio vicino al Duomo potrebbe avere molte piu? possibilità di quelle che oggi gli sono attribuite. Infatti pensiamo che potrebbe diventare un luogo dove le varie associazioni creano momenti di animazione così da trasformarlo in uno spazio di confronto, di accoglienza e di scambio”.

State collaborando anche con altre associazioni?
“Certamente! Ogni due settimane ci incontriamo con la comunità senegalese di Pontedera dato che è una delle più importanti in Italia. A breve faremo anche degli incontri aperti a tutti come la visione di un ?lm all?oratorio con scambi di cultura e di usanze e a giugno un incontro musicale chiamato “Ethnic Rock” con cantanti sia senegalesi che italiani. Il nostro scopo è, infatti, quello di creare spazi e momenti di incontro all?oratorio anche tra culture differenti e di utilizzare tutte le possibili forme di comunicazione come la musica, il teatro, il
cinema...”

Vi siete già mossi concretamente?
“Adesso siamo ancora nella fase teorica e di approfondimento, sicuramente il prossimo step sarà quello di contattare sia la parrocchia che altre associazioni. Comunque abbiamo già fatto un pranzo con la comunità senegalese. Riteniamo, infatti, che un? impresa fatta bene debba partire soprattutto dalla conoscenza delle persone. Per questo motivo durante gli incontri ci sono stati confronti sulla cultura e sulle usanze .Per esempio abbiamo appreso che almeno un ?glio, in una famiglia senegalese, si deve chiamare Mammadù”

Quali sono state le vostre impressioni ?no ad ora? Come vedete il futuro di questa azione di coraggio?
“Siamo molto entusiasti del lavoro che stiamo facendo e soprattutto del contributo che stiamo cercando di dare alla nostra città. Anche le nostre famiglie sono molto felici di sapere che i propri ?gli, attraverso l?attività Scout, possono riuscire ad essere buoni cittadini e amare gli altri. Noi vorremo continuare il nostro percorso e siamo sicuri di poter riuscire a cambiare qualcosa partendo dal nostro piccolo.Sicuramente il nostro lavoro,e
perciò il nostro coraggio,non cesserà di esistere dopo la route!”

Inoltre il 29-30 Marzo si è svolto come ogni anno il Challenge di zona. Un evento molto importante a cui partecipano tutti i ragazzi tra i 16 e i 17 anni (primo anno di clan) della zona di Pisa e quest?anno si è svolto al Macchione di Orentano. Il tema che ha fatto da ?lo conduttore delle attività è stato il ?lm recente e molto popolare soprattutto tra i giovani “Hunger Games”.I ragazzi che hanno partecipato all?evento si sono cimentati in prove in
perfetto stile scout: Orientiring,infermieristica,accensione di un fuoco,nodi e legature e varie attività ?siche. Sicuramente il divertimento non è mancato e l? incontro è stato alla base di ogni attività. Gli scout, infatti, in questi giorni hanno potuto apprendere ancora una volta l?importanza del conoscere, del proprio credo, della collaborazione e del rispetto della natura.

E come ci ricorda la nostra guida B.P. “Se la strada non c?è, inventala” e credo proprio che questi ragazzi stiano costruendo una buona strada.

Noemi Mannucci