Pisa, 12 aprile 2014 - DA ALCUNI giorni i numerosi detenuti della casa circondariale Don Bosco - ben oltre la metà dei quali sono stranieri - hanno messo in atto una forma di protesta pacifica contro quelle che da più parti vengono definite «disumane condizioni carcerarie», consistente nel rifiuto del vitto fornito loro dall’Amministrazione Penitenziaria e “battendo” contro le inferriate delle loro celle. Giovedì sera, però, questa protesta - in corso a ‘macchia di leopardo ’ anche in altri penitenziari del nostro Paese - è degenerata in quasi tutte le sezioni del Don Bosco, ma il peggio è stato sventato nella sezione «1° piano giudiziario», dove alcuni detenuti di origine tunisina hanno dato fuoco a materassi, lenzuola e coperte.

IN POCHI minuti l’intero reparto giudiziario si è riempito di fumo, mentre gli agenti di custodia hanno spento le fiamme e messo in sicurezza la sezione. Un poliziotto e un detenuto italiano sono rimasti leggermente intossicati per aver respirato il fumo. Entrambi sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto Soccorso del policlinico di Cisanello. Dopo essere stati medicati, entrambi sono stati subito dimessi con prognosi di pochi giorni.

«A QUESTO proposito — si legge in una nota della segreteria provinciale dell’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) di Pisa, a firma di Alessio Vetri — , solo il pronto intervento e la professionalità degli agenti di Polizia Penitenziaria hanno evitato che tale gesto potesse avere conseguenze ancora più gravi». «Questo — conclude il documento del sindacato — deve far capire che la Polizia Penitenziaria pisana, nonostante la carenza di organico e le note difficoltà, svolge brillantemente il loro servizio a difesa della collettività ed anche a difesa dei diritti dei detenuti, mantenendo fede ai valori che distinguono il nostro Corpo di Polizia. Infine vogliamo esprimere solidarietà al collega rimasto intossicato».