Pisa, 11 aprile 2014 - Ha contro gli operai. Ha contro i sindacati. Ha contro un bel pezzo di politica. E ha praticamente contro anche il sindaco Filippeschi, che giudica «negativo questo modo di procedere».

Federico Galantini, liquidatore dei Cantieri di Pisa, ha contro un po’ tutti. Per tanti motivi diversi, ma soprattutto per una mancanza considerata gravissima: avere ignorato - questa l’accusa che gli viene rivolta - una delle offerte d’acquisto arrivate sul sul tavolo.

Da ieri si sa anche chi sia stato a formularla, quest’offerta alternativa all’altra risultata «vincente»: la Mv Yachting, azienda che ha sede nel cuore della Capitale, in piazza di San Giovanni in Laterano e che fa capo a Vincenzo Moccia, ex manager dei Cantieri Baglietto che quindi gli operai pisani conoscono già piuttosto bene.

Galantini gli ha preferito i cinesi del gruppo Union Strong Marine Holding, con i quali sabato scorso ha sottoscritto un preliminare di vendita da 6,2 milioni di euro.

Eppure i romani non si arrendono: ieri hanno incontrato Filippeschi per convincerlo della bontà della loro offerta. E nei prossimi giorni potrebbero uscire allo scoperto, anche pubblicamente, con una decisione clamorosa. E rumorosa. Obiettivo: dimostrare che per loro la partita dei Cantieri di Pisa non è ancora chiusa né tantomeno persa. Filippeschi non entra nel merito delle due offerte finora presentate («aspettiamo di avere più carte in mano per giudicare»), ma non si tira indietro quando si tratta di dare uno stoccata a Galantini: «Sono mesi che non parla con il Comune e il mio giudizio su questo modo di procedere è negativo».

Ma l’incontro è finalmente alle porte: ci sarà il 15 aprile, forse a Pisa, dove sarà presente anche l’assessore regionale Simoncini. Non ci saranno, però, i sindacati: un’assenza dovuta a un’espressa richiesta di Galantini.

Che così spiega a La Nazione la sua dura posizione: «Sono stanco di comportamenti scorretti». Ecco perché il punto della situazione sarà fatto in due tappe: dopo il 15, il 17 aprile, quando attorno allo stesso tavolo siederanno i rappresentanti istituzionali e quelli sindacali.

«Galantini continua ad avere un atteggiamento scorretto e poco trasparente», attacca il segretario provinciale della Cgil, Gianfranco Francese. Che sull’offerta presentata dai romani di My Yachting aggiunge: «E’ l’unica offerta seria arrivata sul tavolo di Galantini, che è pervicace nell’ignorare i fatti. E’ l’unica offerta concreta nel merito e corretta nel metodo».

Ha un'opinione opposta, naturalmente, Galantini: «E’ stata la rsu dei cantieri, dieci giorni fa, a pregarmi di chiudere la trattativa in qualunque modo. E ora che l’ho chiusa cosa fa? cambia le carte in tavola. Perché ho scelto il gruppo cinese? Perché è stato l’unico a offrire garanzie concrete. Con l’altro gruppo sarei dovuto andare sulla fiducia e non mi sembrava opportuno. Rispetteranno il preliminare di acquisto? Penso proprio di sì visto che hanno già versato una cauzione di 620 mila euro». Poi il liquidatore inasprisce i toni di fronte alla possibilità che la Navicelli spa interrompa le trattative per il rinnovo delle concessioni demaniali sull’area dei cantieri (vedi articolo a destra): «Se a giugno le concessioni non saranno rinnovate, sicuramente il gruppo cinese se ne andrà via a gambe levate. A quel punto, però, nessuno potrà più lamentarsi, perché io avrò comunque chi mi comprerà il marchio. E i lavoratori resteranno a casa senza più alcuna prospettiva. Meglio che capiscano che non possono forzare la mano».
di Diego Casali