Pisa, 19 marzo 2014 - Nuove grane per la Biblioteca Universitaria di Pisa che da oggi interromperà «fino a data da destinarsi» — si legge sull’avviso affisso al Nettuno — il servizio di prestito e consultazione dei libri conservati in Sapienza. Esclusi dalla direttiva i volumi conservati nei magazzini ex Iti. Centinaia di migliaia di tomi, in sostanza, non saranno temporaneamente a disposizione pubblica.

La ragione è l’assenza di un piano di sicurezza dei dipendenti all’interno della Bup. Fino al 6 marzo, la data in cui l’ordinanza della Protezione civile ripartiva fra il Rettore dell’Università, Massimo Augello, e la direttrice della Bup, Anglea Marseglia, pertinenze e responsabilità all’interno della Sapienza, queste pendevano dal 29 maggio 2012 soltanto sul Rettore. L’accesso del personale Bup era stato fino al 6 marzo possibile da due ingressi localizzati in piazza Dante e in via della Sapienza. Qui, un portiere stipendiato dall’Ateneo apriva il Palazzo ai dipendenti registrandone gli ingressi. Anche chi entrava da piazza Dante in Biblioteca era tenuto a comunicare la propria presenza al portiere. Da oggi, però, la situazione muta. Con disastrose conseguenze culturali.

L’Ateneo, nel rispetto dell’ordinanza, ha difatti sospeso il servizio di portineria da via della Sapienza, giudicato ora soverchio, perché l’ingresso dei Bibliotecari rientra sotto la responsabilità della loro direttrice. Essi potranno quindi accedere solo da piazza Dante, restando però privi di quella che fino a oggi era la sola via di fuga su cui contavano in assenza di un piano di sicurezza. Questa lacuna rischia di costare cara per chissà quanto tempo agli utenti della Bup, perché per decisione della direttrice e dei dipendenti nessun bibliotecario potrà entrare nel Palazzo per recuperare i volumi richiesti in consultazione al Nettuno.

Questa situazione fa montare l’ira degli Amici Bup che ieri, alla lettura dell’avviso, tuonavano: «È cominciato l’assedio di primavera alla Sapienza. Proprio ora che la perizia ha dichiarato che la Biblioteca Universitaria non ha problemi strutturali e che la recente ordinanza intima la riapertura del palazzo entro due mesi? Per i venti mesi da cui è chiusa, in Sapienza ha funzionato a spese dall’Ateneo una portineria già nota alle cronache per aver servito da luogo di spaccio di stupefacenti. Disinvoltamente tenuta aperta malgrado questi trascorsi, viene chiusa ora che la perizia ha stabilito che l’edificio non è pericolante. Così, venendo a mancare qualsiasi via di fuga per chi va a prendere i libri, la chiusura della portineria fa sì che seicentomila libri non possano essere neppure spolverati. Siamo d’accordo, a Stalingrado l’assedio era più duro. Però è durato meno».
Eleonora Mancini