Pisa, 23 novembre 2013 - Il Teatro Ernesto Rossi si affaccia su Piazza Carrara dal 1770 e da allora ha ospitato, sul suo palco e tra le sue tribune, alcuni dei più grandi artisti di ogni arte: dalla prosa, dalla lirica al ballo, erano in molti ad esibirsi in questo piccolo gioiello architettonico nel cuore della città. Poi nel 1966, dopo anni di passaggi in consegne, il Rossi ha dovuto chiudere le sue porte al pubblico per problemi di staticità, ed è calato il sipario.

Da poco più di un mese, il teatro ha festeggiato un anno dalla sua riapertura grazie all'iniziativa di un gruppo non organizzato di studenti, operatori del settore, volontari e attori che, hanno riaperto quelle porte. Da quando il Teatro Rossi è diventato Teatro Rossi Aperto (TRA) sono successe molte cose: piccoli lavori di manutenzione, concerti, spettacoli, mostre (come quella attualmente allestita all'interno e dedicata alle icone votive di Napoli) e molte manifestazioni di solidarietà. Non solo dal vicinato, dalla popolazione o dagli altri teatri aperti d'Italia (una decina, quelli tra Venezia e Messina), ma anche da molti esponenti dello spettacolo.

Ma rimane ancora il problema della gestione di questo patrimonio, in mano alla Soprintendenza dei beni culturali e su cui, almeno formalmente, il comune non ha vece. “Noi non abbiamo alcuna responsabilità sul teatro, per questo non possiamo approvare o accogliere i tanti progetti di recupero che ci vengono proposti – ci spiega Dario, uno dei ragazzi dentro il teatro – non vogliamo nemmeno che la nostra occupazione diventi permanente: è giusto restituire questo spazio culturale alla città per questo crediamo che la soluzione sia un tavolo a cui possano riunirsi tutte le istituzioni coinvolte per decidere del futuro di questo teatro”.

In attesa di sviluppi, i ragazzi si preparano ad una nuova stagione che vede il calendario fitto di appuntamenti,  consci delle difficoltà di mantenere aperto uno spazio del genere basandosi solo sulle libere offerte del pubblico e, almeno per ora, anche senza impianto di riscaldamento.

Francesca Giannaccini