Pisa, 17 novembre 2013  - Ormai neanche gli dei ci proteggono. Distratti dalla televisione, eccitati dai computer, stressati dalle tasse, cadere nelle braccia di Morfeo è sempre più difficile per un abitante del XXI secolo che si ritrova a notti insonni o comunque  poco riposanti. I disturbi del sonno restano una delle incognite su cui la scienza medica cerca di far luce grazie anche alle tecniche più recenti di approccio alle varie malattie. E soprattutto nell'idea della necessità di valutare i problemi in maniera complessiva e interdisciplinare, senza isolarli nel contesto di un' unica malattia o di un solo disagio. "Il dottor House è come il principe azzurro: non esiste", dice il dottor Angelo Gemignani, psichiatra e psicofisiologo dell'Università di Pisa, che però parla in un convegno di gastroenterologi. "Perché se è vero che il paziente deve essere osservato in una visione meno specialistica, è anche vero che è impossibile essere 'tuttologi' e che è invece importante un esame integrato e interdisciplinare dei disturbi lamentati".

Così si è cominciato ad approfondire le relazioni tra le malattie dell'apparato digerente e il sonno. Non tutto è noto per il momento, anzi, molti aspetti di questo rapporto sono assolutamente poco conosciuti, ma alcune cose  già appaiono certe, come ad esempio il fatto che cervello e intestino sono legati a filo doppio, si mandano messaggi uno con l'altro a nostra insaputa con varie conseguenze che non risultano visibili in nessuna analisi. "Nel 40-45 per cento dei casi ci troviamo di fronte a pazienti che hanno disturbi funzionali non riscontrabili attraverso alcun esame. Chi ha problemi digestivi o intestinali può avere dolori muscolari, cefalee, cistiti e disturbi del sonno che sono a questi collegati. Perciò si rende  necessario personalizzare la cura, evitando le specializzazioni", spiega il dottor Massimo Bellini gastrointerologo dell'Università di Pisa, tra gli organizzatori di un convegno su questo tema  che si è svolto proprio a Pisa tra esperti di vari settori provenienti da tutta Italia.

Ma sempre di più i medici dettano regole di comportamento per uno stile di vita corretto che ci aiuti a vivere bene. E quindi a dormire sonni tranquilli. Dunque la sera bisognerebbe evitare di mangiare troppo e di bere alcolici, ma anche altre bevande come caffé, thè, menta, cioccolato e Coca Cola. Brutta abitudine anche quella di andare a letto subito dopo il pasto, nè si creda che la palestra  notturna faccia meglio perché ci stanca. Qualsiasi attività fisica eccessiva non induce infatti il sonno e fa comunque male all'organismo. Molto meglio un'ora di camminata all'aria aperta almeno tre giorni alla settimana e ovviamente mantenersi nel proprio peso-forma, evitando di appesantirci. "Spesso si tratta di seguire i buoni consigli della saggezza popolare. Si tratta di regole identiche per il cardiologo, il gastrointerologo, o qualsiasi altro specialista", sottolinea la dottoressa Enrica Bonanni del Centro di medicina del sonno della neurologia pisana.

 

Intanto, però, scopriamo anche qualche altra cosa. Per esempio che non è vero che la televisione induca il sonno, quello rilassante almeno. Anzi avere la ' scatola magica'  in camera non fa affatto bene, né stare davanti al computer nelle ore serali: la luce degli schermi distrugge infatti la melatonina che invece è una sostanza grazie alla quale possiamo fare buone dormite. In più il 'pisolino' pomeridano non dovrebbe essere più lungo di  una mezzoretta e se di notte capita di svegliarsi, meglio non restare a letto più di una ventina di minuti. Conviene alzarsi e fare qualcosa di noioso prima di riprovare a dormire. E a proposito di alcol sarà bene non credere più che questo fa comunque venire sonno anche se fa male alla digestione. E' vero che  dopo una buona dose di vino ci si addormenta meglio, ma a metà nottata, quando l'alcol calerà bruscamente nel sangue, determinerà un risveglio con grossi problemi a riaddormentarsi.  "Il sonno non è un interruttore, ma un processo che va preparato", ammonisce la dottoressa Bonanni, esortandoci a non usare il nostro letto come un tavolo su cui consumare  i pasti, magari davanti al televisore, ma di far sì che resti il tempio dei nostri sogni.

Comunque mettiamoci l'animo in pace: noi, uomini e donne di questo secolo, dormiamo un' ora in meno rispetto ai nostri nonni dell' Ottocento. E sarebbe meglio cercare di non ridurre ancora di più la media attuale delle otto ore, visto che  il sonno aumenta un tipo di ormone che ci toglie l'appetito, aiutandoci a mantene il peso-forma. Insomma, dormire fa bene a tutto: dalla digestione, al cuore, al cervello, ai muscoli. Stare svegli ci fa persino ingrassare. Meglio dormire.

 

di Valeria Caldelli