Pisa, 24 ottobre 2013 - IL PARCO di San Rossore abbatte le sue barriere per accogliere pisani, turisti e visitatori. Un’apertura verso l’esterno confermata da una serie di progetti presentati direttamente dal direttore Andrea Gennai e in arrivo sul tavolo del consiglio direttivo. E tra visite guidate, integrazione tra turismo e agricoltura e accesso (quasi) libero durante la settimana, spunta anche un’idea dal sapore decisamente romantico: il ritorno dei dromedari.

FU Ferdinando II de’ Medici verso la metà del 1600 a introdurre in San Rossore i dromedari, subito ribattezzati dai pisani ‘cammelli’. Presenza fissa del Parco per oltre 300 anni sono poi ‘scomparsi’ con il passaggio della seconda guerra mondiale nonostante un tentativo (fallito) del presidente Giovanni Gronchi di avviare la ripopolazione.

Perchè un loro ritorno e perchè adesso? L’obiettivo dichiarato è valorizzare le attività agricole gestite direttamente dall’Ente, anche con percorsi all’interno della tenuta che includano soste per mostrare gli allevamenti zootecnici. A partire dal mucco pisano, originario proprio di San Rossore. Ma non solo. E’ in questo contesto che il direttore del Parco Gennai ha pensato alla reintroduzione dei dromedrari: «La finalità potrebbe essere duplice: da un lato sarebbero un elemento di attrattività turistica e dall’altro potrebbero essere utili per le operazioni di rimozione dei rifiuti dall’arenile».

E se questa è la proposta — diciamo — più curiosa, tra le priorità per il futuro dell’area protetta occhi puntati soprattutto sulle aperture. Per la fascia da Cascine Nuove alla Sterpaia, allo studio ci sono ingressi infrasettimanali – ad esempio, per fare di footing sul viale da Cascine Vecchie a Cascine Nuove, – con formule leggere di abbonamento. E’ inoltre previsto di utilizzare l’attuale centro visite per accorpare tutti i servizi offerti al pubblico, con un unico punto informazioni sulle attività, includendo anche la Bottega del Parco. A

Cascine Nuove sarà invece realizzato un centro di educazione ambientale. Diverso è il discorso per la porzione che va da Cascine Nuove alla costa: qui la componente ambientale è più delicata ma potranno essere comunque individuate zone ben delimitate alle quali accedere accompagnati, sia sulla spiaggia – con visite guidate che, partendo dal porto di Marina arriverebbero fino all’arenile e anche alla Villa del Gombo – sia all’interno degli altri punti della Tenuta più sensibili da un punto di vista ambientale. Un esempio: le Lame degli Ontani dove esiste un itinerario per il birdwatching ancora poco conosciuto.
Francesca Bianchi