Pisa, 11 settembre 2013 - Il mondo entra in una stanza: è una camera d’ospedale, un locale sterile, isolato da tutto, con le finestre sigillate. Può accogliere una persona per volta: i genitori fanno a turno per varcarne la soglia. Le visite sono ridotte al minimo, i contatti quasi azzerati per almeno 35 giorni, che diventano molti di più nei casi complicati. Eppure il mondo entra lo stesso. Perché da stamani ai piccoli pazienti sembrerà di avere la propria classe lì, ai piedi del letto.

Ci riusciranno grazie a un semplice tablet: parleranno con la maestra, seguiranno lezioni di italiano e geografia, si confronteranno con i compagni che non vedono da troppo tempo, scriveranno la propria risposta ai problemi di matematica e il numero finale come per magia apparirà sulla lavagna multimediale presente in classe, quella 'vera' e troppo lontana. E’ l’ultima frontiera della scuola, della tecnologia e della medicina che si danno la mano.


Ogni tanto una bella notizia: ieri la prima campanella dell’anno ha suonato non solo in tutte le scuole, ma anche per i bambini del reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Santa Chiara, protagonisti di un progetto pilota ('test plan' lo definiscono i tecnici) chiamato "Smart inclusion 2.0" con cui è stata inaugurata, proprio all’interno del reparto, un’aula attrezzata con una lavagna interattiva e dieci banchi con altrettanti tablet, tutti collegati con l’istituto Toniolo sia per la scuola elementare che per le medie. E per i bambini che non potranno raggiungere l’auletta del reparto, ci sarà comunque la possibilità di utilizzare il tablet dal letto della propria camera.

"Oggi da Pisa arriva un messaggio forte, chiaro e potente", ha detto il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, che di prima mattina ha effettuato una visita al reparto di Oncoematologia pediatrica, che ospita bambini affetti da leucemia e tumore, e poi ha partecipato alla presentazione di questo bel progetto di teledidattica e intrattenimento destinato i piccoli ricoverati, reso possibile grazie alla collaborazione fra Azienda ospedaliera universitaria pisana, Regione, Comune, Cnr, Telecom e Agbalt. Proprio l’associazione dei genitori per la cura e l’assistenza dei bambini sarà in prima linea nella realizzazione del progetto, visto che le lezioni proseguiranno anche nella casa alloggio 'L’Isola dei girasoli' di Ghezzano, gestita dall’Agbalt per i pazienti dimessi ma ancora bisognosi di cura in day-hospital.

 "Quello appena inaugurato è il frutto di un grande lavoro di squadra fra genitori, medici, ricercatori", spiega Vincenzo Raffaelli, coordinatore del progetto per lo 'Smart Services Cooperatin Lab'. "Per arrivare a questo traguardo siamo partiti nel 2008, poi una prima versione della teledidattica è gradualmente approdata in sette ospedali italiani, ma quella che si inaugura qui a Pisa è una sua versione assolutamente nuova, in cui non serve più l’installazione a bordo letto di terminali speciali e l’ospedale non deve dotarsi di un sistema informatico dedicato. No, ora tutto è più semplice: basta un tablet per commpiere l’impresa e agli ospedali è sufficente installare un hot-spot wifi".

Finora, con la versione di prima generazione del sistema, sono stati circa duemila i bambini che hanno utilizzato il sistema di scuola a distanza. "Sono bambini sfortunati perché stanno male", dice la compagna di classe di un piccolo paziente che già nel 2009 seguiva le lezioni dalla propria camera di ospedale. "Ma sono anche fortunati, perché hanno una classe". Qualcuno saprebbe spiegarlo meglio?