Pisa, 6 settembre 2013 - Ripromossi. Gli aeroporti di Firenze e Pisa tornano nella seria A degli scali nazionali. Quindi con la prospettiva di svilupparsi anche attraverso finanziamenti statali e comunitari: a questo punto insieme, realizzando la holding proposta e imposta dalla Regione.
Il 'limbo' è durato otto mesi. Era il 29 gennaio di quest’anno quando il governo Monti, per iniziativa del ministro dei trasporti, Corrado Passera, inserì Firenze e Pisa nella 'seconda fascia' dell’Atto d’indirizzo del piano degli aeroporti. Ieri mattina è stato il governo Letta, con il ministro Mario Lupi e il sottosegretario Erasmo D’Angelis (fiorentino e renziano), a presentare il nuovo piano: che prevede la promozione di Firenze e Pisa, intesi come scali di un unico, futuro Toscana airport, fra gli aeroporti strategici: al pari di Milano, Roma, Bari, Bologna. Si è trattato di un’anticipazione del piano, visto che il prossimo appuntamento sarà nella Conferenza Stato-Regioni, che preluderà l’approvazione definitiva.
"Stare in fascia A significa finanziamenti anche per le infrastrutture di servizio ai due aeroporti", ha detto, non senza enfasi, il governatore Enrico Rossi. Il primo a dare la notizia della 'ripromozione'. Che considera anche come vittoria personale. E’ stato lui, sfidando gli scettici del Pd in Consiglio regionale (ma ottenendo voto favorevole anche da una parte del centrodestra e l’astensione del Pdl) a volere il 'sì' alla variante al Pit.
Ossia il piano territoriale della Piana fiorentina, indispensabile per il via libera alla nuova pista di Peretola, capace di far 'decollare' l’aeroporto di Firenze, aprendo la prospettiva per centinaia di nuovi posti di lavoro. Ed è stato ancora Rossi a far accettare l’idea della holding a Pisa e Firenze, da sempre diffidenti e chiuse nelle loro realtà. Il governo ha apprezzato. Ora la Toscana può volare davvero: il Galilei e Peretola, insieme, superano i 6 milioni di passeggeri l’anno. Possono arrivare a 8.
E, si dice, addirittura a 10 milioni. Ma soprattutto - al pari di Milano, Roma e Bologna - potranno svolgere, per volumi di traffico e livello dei collegamenti, il ruolo di gate intercontinentale d’ingresso in Italia.
© Riproduzione riservata