Pisa, 18 agosto 2013 - Giornata intensa all’aeroporto Galilei. Che certo non è mai un luogo di pace e tranquillità, ma che ieri ha vissuto una situazione fuori dall’ordinario. Colpa del caos in cui da giorni è piombato l’Egitto e «colpa» anche del comunicato ufficiale della Farnesina, con cui l’altro ieri sera il ministero degli Esteri ha invitato chi doveva partire a non recarsi nel paese nordafricano per le ben note ragioni politiche che imperversano da tempo nelle cronache quotidiane.

Per questo ieri l’unico volo per l’Egitto, con destinazione Marsa Alam (una delle mete più ambite assieme a Sharm el-Sheikh) è partito senza passeggeri. Tutti i tour operator hanno infatti sconsigliato il viaggio alle migliaia di persone che avevano già prenotato le proprie vacanze.

Così dal Galilei non è partito nessuno: desolatamente vuoto il check-in. Alcuni hanno esteso il consiglio fino alla metà della prossima settimana, altri addirittura fino a settembre. «I passeggeri potevano partire - ci ha spiegato la rappresentante di un tour operator - solo firmando un’informativa in cui si assumevano la responsabilità di andare in Egitto».

L’aereo ieri in partenza per Marsa Alam è lo stesso che, poco prima, intorno alle 17,20, ha riportato a Pisa numerosi passeggeri provenienti dal piccolo villaggio sul Mar Rosso, alcuni in fuga dalla meta delle loro vacanze, altri rientrati semplicemente perché arrivati al termine delle ferie.

Fra i primi ci sono Luca Piovano e Felicita Lepore, che avevano scelto di trascorrere due settimane sulla costa ovest del Mar Rosso. «La situazione si stava facendo troppo pericolosa - raccontano - così abbiamo deciso di tornare in Italia con una settimana di anticipo. Laggiù in tanti iniziavano a consigliare di lasciare i villaggi turistici, sebbene questi sembrassero ancora sicuri e protetti rispetto al cuore degli eventi. Da quello che abbiamo percepito la situazione potrebbe presto peggiorare anche in un posto finora tranquillo come Marsa Alam. Ci siamo agitati e abbiamo scelto di finire il nostro viaggio solo a metà».

E il rimborso? «Abbiamo avviato le procedure, speriamo di poter recuperare qualcosa, ma nessuno assicura niente». Un po’ più sereno il racconto di Gianluca Pucci, fra coloro che sono rientrati perché arrivati al termine naturale della vacanza: «Ma anche a Sharm el-Sheikh, dove ci trovavamo noi, abbiamo saputo che la situazione stava iniziando a peggiorare».

«Nel nostro villaggio turistico ci siamo sentiti protetti per tutta la vacanza», aggiunge Cinzia Luzangeli. «Eravamo informati sugli eventi del Cairo - sottolineano Marco Bonetti e Giulia Ruscigno - ma dov’eravamo noi, sul Mar Rosso, tutto è stato tranquillo». Fra i tanti che dovevano partire e non l’hanno fatto, la speranza è quella di recuperare quanto prima il viaggio nella terra dei faraoni. Magari, come canta De Gregori, «cercando un altro Egitto». E soprattutto trovandolo.

Francesco Bondielli