Pisa, 1 luglio 2013 - Con la scomparsa di Gino Nunes, avvenuta ieri pomeriggio, Pisa perde un esponente di spicco della vita pubblica di questi ultimi decenni, capace con la sua azione politica di incidere profondamente nella realtà locale, aprendo nuove strade e individuando programmi e obiettivi ancora oggi validi. Aveva 72 anni e da tempo era malato.

Medico specializzato in dermatologia molto attivo e stimato nell’ambito della clinica universitaria come docente e ricercatore, prima ancora di scegliere la strada della politica, era ben consapevole del suo stato di salute e pochi giorni fa aveva voluto sposare civilmente la compagna con la quale aveva da tempo formato una famiglia.

Non è facile ricostruire oggi, all’indomani della sua scomparsa, che cosa è stato Gino Nunes. Di certo è stato un politico di valore, intelligente e lungimirante, forse sottovalutato dal suo stesso partito — prima il Pci e poi il Pds — che avrebbe potuto utilizzarlo anche in incarichi più importanti di quanto non sia accaduto; ma certamente è stato un politico anomalo per formazione e carriera. Gino Nunes infatti è arrivato alla politica tutto sommato tardi, dopo aver fatto il medico dermatologo (a lui si deve anche la creazione di un centro per i grandi ustionati) ed essersi occupato della categoria come sindacalista Cgil.

Dal sindacato di categoria a un impegno politico a tutto campo, prima a Pontedera in prima fila nelle grandi vertenze della Piaggio, poi a Pisa nella federazione di via Fratti il passo fu breve. Nel 1985 fu candidato alle elezioni comunali e con la prospettive di assumere un ruolo di amministratore si pose il problema se e come continuare la professione di medico.

A questo punto fece la scelta cui è rimasto fedele per tutta la vita. Abbandonò la carriera universitaria, lasciò la clinica (e anche un retribuzione di tutto rispetto) per andare a fare il funzionario di partito e dedicarsi alla politica vissuta come autentica passione civile. Dopo il 1985 fu vicesindaco nella giunta di centrosinistra a guida socialista e subito dopo eletto alla Provincia di cui è stato presidente per circa quindici anni, fino al 2004 quando fu eletto in consiglio regionale.

E' come presidente della Provincia che Gino Nunes ha lasciato il segno più forte nella vita pisana, scoprendo fra i primi la possibilità di accedere ai fondi comunitari. E’ durante la sua gestione che la provincia di Pisa riuscì ad essere dichiarata «area a declino industriale» consentendo così l’attivazione di investimenti che hanno reso possibile la realizzazione di infrastrutture e aree attrezzate come quella di Gello a Pontedera.

Consapevole, come ricorda Carlo Scaramuzzino, che gli è stato vicino fino all’ultimo celebrando il suo matrimonio quasi in articulo mortis, della esiguità dei compiti istituzionalmente affidati alle Province, se ne «inventava» di nuovi, riempiendo dei vuoti, attivando incentivi e meccanismi di crescita ancora oggi guardati come esempi. Basta pensare agli impegni per l’ammodernamento della rete viaria provinciale o alla creazione di un sistema teatrale articolato in più strutture in tutta la provincia. Ai familiari le condoglianze della redazione de «La Nazione» che oggi ricorda Gino Nunes con affettuoso rimpianto (non è stata ancora fissata la data delle esequie).

Giuseppe Meucci