di FEDERICO CORTESI

Pisa, 24 giugno 2013 - NEANCHE dopo quasi 18 mesi le indagini sulla misteriosa scomparsa di Roberta Ragusa si fermano mai e presto potrebbero esserci nuovi sviluppi. L’inchiesta sull’omicidio volontario (premeditato secondo il procuratore capo di Pisa, Ugo Adinolfi, con occultamento di cadavere) va avanti nel massimo (e più che doveroso in questo tipo di indagini) riserbo, solo a volte violato dal clamore mediatico (non sempre giustificato nell’ampiezza) per l’esecuzione di taluni atti, come gli interrogatori e le perquisizioni. Un lavoro scrupoloso e certosino quello che stanno facendo i militari del reparto investigativo del comando provinciale dei carabinieri, con il coordinamento del magistrato titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Aldo Mantovani.

Nell’ultimo mese non sono state poche le novità. Prima la raffica di interrogatori della seconda metà di maggio, quando in Procura gli investigatori ha sentiti i familiari, il collaboratore, alcuni vicini di Logli e la sua amante, Sara Calzolaio.Poi, il ritorno dei Ris a Gello: in via Gigli, dove la notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012 Loris Gozi vide il marito di Roberta da solo e poi, quindici minuti più tardi, un uomo e una donna litigare furiosamente. Più di recente, invece, c’è stata la rivelazione dell’esistenza di una testimone (amante per una notte del marito di Roberta), la quale ha riferito che ha Antonio Logli nell’estate 2011 le aveva confidato le difficoltà e i problemi economici che sarebbero scaturite da un’eventuale separazione dalla moglie. Così facendo avrebbe confermato quello che secondo la Procura è il movente di questo delitto: i soldi e le conseguenze di ordine pratico (figli, lavoro e casa) che una separazione (specie per colpa) avrebbe inevitabilmente provocato.


E COSÌ, dopo una ‘pausa di riflessione’, questa settimana potrebbero esserci ulteriori attività investigative, mirate a cercare di trovare il corpo di Roberta, che secondo la Procura resta l’ultimo fondamentale tassello per chiudere definitivamente il caso. Con metodi tradizionali e anche con strumentazioni tecniche ultramoderne e sofisticate (oltre al georadar sarà utilizzato anche un particolare laser) gli investigatori passeranno nuovamente al setaccio la casa dei Logli e le zone limitrofe. C’è la convinzione, infatti, che quel che cercano da poco meno di un anno e mezzo non sia molto lontano da lì.