Pisa, 29 maggio 2013 - RICORRE oggi un anno dalla chiusura del Palazzo della Sapienza. Se la città pare essersi abituata a questa assenza, una parte del mondo culturale che ruota intorno alla Biblioteca è ancora restio a rassegnarsi. Lunedì sarà inaugurato il punto di consultazione allestito al Nettuno cosicché i lavoratori della Biblioteca potranno tornare a offrire in modo sistematico i servizi di prestito e consultazione finora gestiti in modo frammentario.

L’associazione Amici della Biblioteca Universitaria, nata proprio un anno fa con lo scopo di tenere alta l’attenzione sul caso Sapienza, far riaprire al più presto la Biblioteca ed evitare la dispersione delpatrimonio librario lancia l’ennesimo appello, proprio nel giorno più luttuoso per la cultura pisana. «Un anno è passato e la Biblioteca è sempre chiusa — scrive Chiara Frugoni, presidente dell’Abup —. Come è possibile che il terremoto di Reggio Emilia abbia colpito in città il solo edificio della Sapienza? Come è possibile che il sindaco sia così paziente, e dopo avere ordinato una perizia che giustifichi o meno la chiusura entro 10 giorni, attenda ancora di averla dopo un anno? (Ma intanto ha chiuso la Biblioteca senza essere costretto)».

«COME è possibile — domanda ancora la Frugoni a nome degli Abup — che in mancanza di perizia ci si sia mossi come se essa già ci fosse e giustificasse soluzioni alternative? Perché firmare la convenzione col palazzo prima di sapere l’esito della perizia? Forse tutto non è stato vano. Abbiamo imparato a sentire quanto ci manchi la Biblioteca. Quanto sia triste che nessun turista si affacci sotto il portico, quanto sia triste l’assenza di giovani in Sapienza e attorno». «Ci auguriamo — conclude — che tutto ciò sia sempre più condiviso dai cittadini, insieme alla consapevolezza che non potere frequentarla per molte persone vuole dire non potere lavorare. La chiusura priva ognuno di noi di un importante punto di arricchimento culturale. Come si può crescere senza libri?».

Eleonora Mancini