Pisa, 10 marzo 2013 - Sei mamma e con spesa e bebè al seguito? A Pisa non puoi prendere i mezzi pubblici. Il regolamento del Cpt, ora valido per il Ctt nord, te lo vieta. Questa è stata la singolare scoperta di Viola Ramalli, madre di un bambino di 4 anni e un neonato di 3 mesi e mezzo. «La mattina del 26 febbraio tornavo a casa dopo le mie commissioni in centro — racconta —. Ho preso, come ogni giorno, l’autobus in viale Bonaini per raggiungere casa vicino alla Piagge.

L’autista, sbagliando manovra, ha parchegggiato a mezzo metro dal gradone della fermata che anzi dovrebbe facilitare l’accesso al mezzo. Già ero nervosa e ho commentato in modo sarcastico la sua performance, e non deve averla presa molto bene. Quindi ha subito controllato dallo specchietto retrovisore chi avesse parlato e dopo aver visto che ero io, con la bambina in braccio e le buste nel passeggino aperto sullo spazio dei disabili, è uscito dall’abitacolo e si è avvicinato chiedendomi di chiuderlo.

Cosa impossibile! Era l’ovetto che di solito si usa in auto ma che si può anche usare come passeggino. A quel punto sono stata invitata sgarbatamente a scendere e ad andare a piedi». Viola non solo è stata colpita dalla vicenda in sé per sé, ma aggiunge: «Ho un figlio di 4 anni e l’ho sempre portato con me in passeggino sui mezzi pubblici. Non mi era mai accaduto un fatto del genere. Allora chi ha bambini piccoli come fa a muoversi in città? Deve per forza usare l’auto, con quel che comporta, o andare a piedi. Non è accettabile».

Ma questa non è la prima volta che una mamma pisana si sia trovata in difficoltà sui bus. Laurence Landais, dell’associazione Ecomondo Doula, dopo esser venuta a conoscenza di ciò che ha vissuto Viola, ci ha raccontato un episodio in cui è rimasta coinvolta una delle mamme che si rivolgono al suo centro. «Nella tratta che va da Pisa a Titignano — ci racconta Laurence —, una ragazza teneva il proprio bambino nell’apposita fascia per assicurarlo a sé. L’autista si è avvicinato chiedendole di togliere il figlio dall’imbracatura per tenerlo in collo. La donna si è prontamente rifiutata, perché, ha spiegato, con una mano si sarebbe dovuta reggere ai maniglioni e con l’altra tenere il bimbo.

Conclusione della storia: è dovuta scendere e chiedere un passaggio a delle amiche». Fra le mamme si è scatenato il putiferio. Viola, dopo essersi informata con cura, ha scoperto di essere dalla parte del torto per regolamento. Ma per etica non ci sta. A seguito del reclamo contro l’azienda e il comportamento poco comprensivo dell’autista, l’agguerrita mamma ha creato una pagina facebook dove la polemica ha preso piede. Dopo soli sei giorni la pagina conta quasi cento iscritti, segno che l’argomento tocca la sensibilità di tante altre persone. Il gruppo ha permesso inoltre di sollevare molte altre questioni che dimostrano quanto Pisa non sia una città a misura di bambino.

Viola non è da sola. Il blog bimbipisa.wordpress.com, ad esempio, è stato creato da altre mamme sia per dispensare consigli sul pre, il post parto e la cura del bambino, sia per informare su spazi, eventi ed iniziative organizzati in città. Tutti uniti per migliorare la vivibilità di genitori con figli piccoli in centro.

Francesco Bondielli
Irene Salvini