Pisa, 9 febbraio 2013 - Gioielli consumati dal tempo. Gioielli in pericolo. Se per la Chiesa dei Cavalieri è corsa in aiuto la Fondazione Pisa con uno stanziamento di 350mila euro destinato al restauro del tetto, ci sono altre chiese e monumenti pisani in cerca di una via d’uscita dal degrado. A partire dalla splendida chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, il Duomo Vecchio, chiusa da un anno. A ri-lanciare l’allarme è il parroco, don Luca Volpi: «Fino ad oggi abbiamo speso circa 300mila euro per mettere in sicurezza gli interni, tutte risorse della parrocchia, della diocesi oppure raccolte grazie a piccole donazioni private.

Adesso, però, la parrocchia è in rosso, non abbiamo neanche i soldi per pagare le ultime fatture». Conti che sono una minima parte di quel che servirebbe per restaurare la chiesa e metterla nuovamente a disposizione dei fedeli: «Circa 2 milioni di euro, è questa a grandi spanne la cifra ipotizzata da architetti e ingegneri. Senza l’aiuto o l’intervento di un ente la chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno non riaprirà mai più. Oppure, nel peggiore dei casi, la vedremo crollare davanti ai nostri occhi».

Il primo cedimento risale a novembre 2010: un pezzo di cornicione del braccio sinistro della chiesa crollò in via San Paolo, che venne di conseguenza sbarrata e chiusa per motivi di sicurezza. “In quel caso ci pensò l’allora Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa a intervenire. Poi però è ceduto tutto il resto — spiega don Volpi — l’interno è adesso completamente puntellato, ci sono infiltrazioni ovunque, alcune colonnine della facciata si sono crepate, si sta verificando il distacco delle decorazioni in marmo sul lato nord e di quelle in mattoni sul lato sud. Senza dimenticare un altro fenomeno: la rotazione. La facciata, per esempio, sta ruotando verso l’Arno».

Critica anche la situazione della chiesa di San Francesco per la quale l’sos era stato lanciato nei giorni scorsi dall’architetto Marta Ciafaloni della Soprintendenza. La parrocchia ha dovuto ridurre al minimo le attività: «Solo il catechismo la domenica e le funzioni religiose» dice padre Tommaso. Anche qui le infiltrazioni d’acqua dal tetto stanno mettendo in pericolo l’intero complesso monumentale (chiesa e convento), danneggiando gli stucchi e minacciando la biblioteca e il chiostro, che rischia di crollare. Una parte della copertura di quest’ultimo era già venuta giù nel 2011 «e ci sono voluti 15 mesi per riparare quel buco».

«La situazione è drammatica — dice padre Tommaso — per mettere in sicurezza l’intero complesso, di proprietà dello Stato, occorrerebbero oltre due milioni di euro. L’unica soluzione — aggiunge ironicamente — è che io vinca al Superenalotto. Così mi compro la chiesa e la sistemo senza aspettare l’aiuto di nessuno».