Pisa, 30 gennaio 2013 - A cento anni dalla nascita del fisico Bruno Pontecorvo il Dipartimento di Fisica dell'Università e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare hanno organizzato un ciclo iniziative per ricordare la figura dii questo grande scienziato pisano.

Il primo appuntamento è il 31 gennaio alle 11.00 al Dipartimento di Fisica (Via Buonarroti 2, edificio C, aula 131) con il seminario della professoressa Nadia Robotti, Professore di Storia della Fisica all’Università di Genova. Nel corso dell’incontro sarà ricostruita l’attività scientifica svolta da Bruno Pontecorvo presso il Regio Istituto di Fisica di Roma a partire dalla sua laurea nel novembre 1933 fino alla sua partenza per l’Institute du Radium di Parigi nell’aprile 1936.

Bruno Pontecorvo nacque a Pisa il 22 agosto 1913 e morì a Dubna, in Russia, nel 1993. Allievo di Fermi e suo assistente più giovane nel gruppo dei “ragazzi di via Panisperna”, ha segnato grazie ai suoi studi una parte importante della Fisica moderna portando idee profondamente innovative, in particolare, nella Fisica del Neutrino.
“Ma della vita di Pontecorvo, avventurosa e ricca di incontri ed esperienze in tutti i Paesi che nel mondo erano all'avanguardia nella Fisica Nucleare – spiega Marco Maria Massai, docente di fisica sperimentale dell’Ateneo pisano - se ne è parlato molto anche a causa della sua scelta, nel 1950, di trasferirsi in Unione Sovietica; scelta che per molti anni ha alimentato ipotesi, sospetti e illazioni sulle motivazioni e le modalità con le quali è avvenuta”.

Fra gli eventi futuri per ricordare questo grande scienziato pisano è previsto un simposio internazionale, organizzato in collaborazione con il JINR di Dubna, dove Pontecorvo ha lavorato fino alla sua morte, che si terrà in settembre a Pisa.

E’ inoltre in cantiere una mostra per illustrare la sua vita e le sue ricerche, ma anche la sua complessa storia famigliare. Industriali tessili in Pisa fin dalla seconda metà dell'Ottocento, i Pontecorvo sono ricordati anche per gli altri due fratelli di Bruno. Gillo, indimenticato e raffinato regista, e Guido, grande genetista che ha raggiunto una fama internazionale della patria di adozione, la Gran Bretagna, dopo essere fuggito, come molti altri ebrei, dall’Italia durante il fascismo.