Pisa, 30 gennaio 2013 - Oggi nel Camposanto Monumentale di Pisa è stato ricollocato in parete un affresco. Si tratta di un’opera di Benozzo Gozzoli che ha come soggetto “Giuseppe alla Corte del Faraone”. La scena ha una dimensione che si aggira intorno ai 40 mq ed è la quarantesima ad essere stata ricollocata.

Il 27 luglio del 1944 "Giuseppe alla Corte del Faraone" di Benozzo Gozzoli subì la medesima terribile sorte toccata ai molti dipinti murali realizzati a fresco sulle pareti del Camposanto, quando una bomba proveniente da un raid aereo alleato provocò l'incendio e la fusione del tetto di piombo, provocando il serio danneggiamento degli affreschi. L’urgenza della situazione e gli scarsi mezzi disponibili in un tempo non ancora di pace, portarono alla scelta estrema del distacco dell’opera dalla sede originale, che fu riportata su telai di eternit.

Dall’eternit alla moderna vetroresina, certamente più sicura anche in termini di tossicità, il dipinto ha subito, da quel lontano 1948, ulteriori “trasporti”, termine tecnico con cui si indica il passaggio da un supporto ad un altro mediante la delicata operazione di strappo della pellicola pittorica, fino ad approdare in questi giorni nuovamente nel luogo per il quale era stato concepito e dipinto.

Di mano in mano, il dipinto ha affrontato negli anni numerosi interventi. Ma solo quest’ultimo restauro, condotto con estrema perizia dalle Maestranze dell’Opera della Primaziale Pisana e diretto da Antonio Paolucci, Antonino Calca, Severina Russo, ha permesso un pieno recupero dell’opera. Numerose e accurate le operazioni eseguite, una sequenza di fasi che ha portato alla rimozione della caseina degradata, alla pulitura e fissaggio della pellicola pittorica, alla rimozione delle patine e ad una prima fase di integrazione cromatica, realizzata con colori a tempera fortemente diluiti ed applicati con tonalità neutra ed in sottotono al vicino originale. Fasi che per la maggior parte si sono svolte nei laboratori di restauro dell’Opera della Primaziale Pisana, dove in condizioni climatiche favorevoli per le opere e per i restauratori, si è potuto operare incessantemente per tutto l’arco dell’anno.