Pisa, 10 gennaio 2013 - Da Renzi a Monti. Anche il direttore di Gay.it, Alessio De Giorgi, pisano d'adozione, salta dal rottamatore al premier. De Giorgi, già membro dell'assemblea nazionale del Pd e impegnato nella campagna per le primarie a favore del sindaco di Firenze, si candiderà nella lista civica di Mario Monti per il Senato alle prossime elezioni politiche. Lo ha annunciato lui stesso con un post sul suo profilo Facebook.


''Ho accettato la candidatura in Toscana al Senato con convinzione - spiega De Giorgi, primo sposo con i pacs - sapendo che l'agenda Monti conteneva gran parte delle proposte che erano nel programma per le primarie di Matteo Renzi salvo che per la parte sui diritti civili - che io stesso avevo contribuito a costruire ed a scrivere - lacuna che viene però coperta dalla scelta che è stata fatta sul mio nome che non è certamente un nome neutro o leggero su questi temi''.

 

"La battaglia sui diritti civili - ha detto in un'intervista all'Ansa - deve essere fatta in modo trasversale e con chiunque ci starà. Senza guardare in faccia a nessuno. Parliamo di persone, di coppie quindi se per portare a casa il risultato serve dialogare con pezzi di mondo cattolico ben venga e il fatto che io faccia parte di questa coalizione politica può essere utile''.

 

''Mi candido per una lista civica - ha aggiunto - e non dentro un partito e quindi non ho alcuna difficoltà a portare avanti i miei principi. Inoltre, ho sempre pensato che certe questioni devono essere affrontate dialogando con tutti e per questo sono già stato subissato di critiche dal mondo gay quando dissi che dovevamo saper dialogare anche con Berlusconi''.


''La mia esperienza personale  - continua - mi dice che a volte è più semplice convincere sul tema dei diritti un cattolico rispetto a un uomo di sinistra che ti dice pregiudizialmente di sì ma che nei fatti ti spiega che c'è sempre ben altro di cui occuparsi. Quindi nella lista Monti io ci sto comodo e se qualcuno ha idee diverse dalle mie ci confronteremo''. Infine, non risparmia critiche al suo ormai ex partito: ''Non sono deluso da Renzi, ma dal Pd perché Bersani il giorno dopo l'esito delle primarie doveva dire: 'ho vinto ma il vincitore politico è Renzi e io e lui ora dobbiamo vincere le elezioni'. Mi aspettavo che si aprissero spazi che invece non si sono aperti. Ho visto invece in lista candidati ssolutamente incandidabili, la vicenda di Reggi e quella di un partito che candida al 13esimo posto in Puglia il suo vicepresidente nazionale, Ivan Scalfarotto, solo perché è renziano''.