Pisa, 8 gennaio 2013 - RABBIA e terrore. Sono stati attimi di panico quelli vissuti dai 63 passeggeri del volo Atr 72 Alitalia decollato dall’aeroporto Galilei per Fiumicino alle 6.55 di ieri. Erano infatti passati pochi minuti quando un fitto fumo bianco ha iniziato a uscire dalla cabina e ad avanzare tra le poltroncine. Le pareti hanno iniziato a scottare, la temperatura ha raggiunto i 50 gradi. Impossibile respirare. Impossibile continuare a volare. Il pilota ha deciso il dietrofront. Un episodio sul quale si sono subito scatenate le polemiche dei viaggiatori.
 

 

«GLI ASSISTENTI di volo erano romeni — afferma Marcello Marzano, lucchese, dipendente di una cartiera, che percorre due volte la settimana da 13 anni la stessa rotta per raggiungere lo stabilimento di Varsavia —. Secondo me il volo faceva probabilmente parte della flotta Carpatair». Ovvero della compagnia romena cui Alitalia ha affidato alcuni collegamenti (tra cui appunto la tratta Pisa-Roma) e sulla quale già il mese scorso i sindacati avevano puntato il dito perché protagonista di un altro inquietante episodio sulle piste del Galilei.

 

L’11 dicembre il Fokker 70 della Carpatair utilizzato per la tratta Pisa-Roma venne infatti bloccato in fase di rullaggio da due dipendenti Sat che, solo per un puro caso, si erano accorti di una perdita di carburante dall’aeromobile. Un colpo d’occhio che salvò la vita a 75 passeggeri.

 

«Quello che è accaduto — afferma Fabio Pernici, imprenditore viareggino di 70 anni, anche lui tra i passeggeri — è di una gravità inaudita. Viaggio in aereo per lavoro da quasi 50 anni e non mi era mai capitata una situazione simile. Non alludo tanto all’emergenza che può capitare, quanto piuttosto a come è stata gestita. Innanzitutto i piloti e gli assistenti di bordo non parlavano italiano. Ci hanno detto che erano rumeni. Il personale si è lasciato prendere dal panico. Nessuno sapeva cosa fare né cosa dire. La conseguenza è stata il caos a bordo. Per fortuna come normali passeggeri — continua Pernici — c’erano anche i membri di un equipaggio Alitalia tutto italiano. Sono stati loro a darci coraggio, a spiegarci cos’era successo e che non c’era nulla da temere».

 

«Promossa a pieni voti» invece la gestione dell’emergenza da parte di Sat: «Arrivati a terra — riferisce Marcello Marzano — abbiamo aspettato un quarto d’ora dentro al gate e poi siamo stati condotti ai check in. Subito sono stati messi a nostra disposizione quattro banchi. L’aeroporto ha gestito bene la situazione. Io sono stato riprotetto facilmente con un volo Lufthansa con scalo a Monaco, per qualcuno la procedura è stata un po’ più lunga».
 

Francesca Bianchi