Cascina (Pisa), 22 ottobre 2012 - Una donna e i suoi genitori sono morti dopo aver mangiato funghi velenosi. Meno grave è il figlio di 12 anni. L'altro figlio di 7 anni invece non ha voluto mangiare i funghi e si è così salvato. E’ accaduto a San Giorgio di Cascina, alle porte della città.  

Le vittime sono  Simonetta Di Ruscio, 40 anni, dipendente di una cooperativa sociale, il padre la madre.  Mercoledì la donna decide di andare a fare una passeggiata e a cercare funghi in un boschetto vicino a casa. La «buttata» sta per esaurirsi, ma ugualmente Simonetta rientra con alcuni esemplari di piccole dimensioni. Crede che siano commestibili, ma gli ultimi dubbi sarebbero stati dissipati dal parere ottenuto da alcuni conoscenti, ai quali avrebbe mostrato i funghi, che in realtà sono velenosissime amanite.
 

A quel punto non resta che buttarli in padella e friggerli. A tavola si siedono lei, i due genitori di 58 e 65 anni e i figli, ma il più piccolo non mangia e per questo si «salva». Già in serata tutti e quattro iniziano ad accusare forti dolori di pancia e ripetuti conati di vomito. Passano una notte insonne e al mattino seguente, accompagnati da una cugina, arrivano al Pronto Soccorso. Bastano alcuni accertamenti per verificare che si tratta di evidenti sintomi da avvelenamento.

A questo punto inizia una lotta contro il tempo. Una speranza di salvezza può venire solo dal trapianto di fegato. Scatta la segnalazione a livello nazionale. Il fegato si trova solo ieri pomeriggio, ma quando l’organo arriva a Pisa, Simonetta è già spirata da un’ora. Stessa sorte per il padre. L'uomo è deceduto questa mattina alle 4.30.  La madre invece viene sottoposta all'intervento, ma non sopravviverà.

Il quarto familiare ad avere ingerito il fungo velenoso, ossia il figlio della signora 40enne, 12 anni, è ricoverato in condizioni stabili in Pediatria. Fortunatamente il bambino ha ingerito una modica quantità di fungo per cui ha riportato solo una lieve alterazione della funzionalità epatica, guaribile con la terapia adeguata.