Crespina (Pisa), 14 settembre 2012 - LE CREMAZIONI le paga il Comune. Questione di posti e di costi per ampliare i cimiteri. Succede a Crespina, dove il sindaco Thomas D’Addona davanti al tutto esaurito nel camposanto, ha ordinato una estumulazione straordinaria di ben 200 tombe di cui erano trascorsi i tempi di legge. Un unico intralcio: i resti mortali non del tutto decomposti e che solitamente sono il 20 per cento delle esumazioni. Le salme non mineralizzate, per forza, devono essere nuovamente sepolte per altri 10 anni. «Alle famiglie coinvolte — dice il sindaco — abbiamo offerto la cremazione: paghiamo noi i 500 euro che ci vogliono per cremare una salma e voi ve ne tornate a casa con la vostra urna in mano. Se non accettate la cremazione dovete pagare la concessione della tomba per altri dieci anni». Un costo al quale poi è necessario aggiungere anche un surplus per i lavori. Cosi mentre 160 famiglie hanno potuto decidere se mettere i resti dei loro cari nell’ossario comune o in un piccolo ossario privato, gli altri si sono trovati di fronte ad un bivio: nuova tomba, o trasformare il proprio caro in cenere. Tutti hanno hanno scelto la seconda. «Abbiamo incentivato la pratica della cremazione — spiega D’Addona — lo riconosco. Ma il municipio aveva necessità di fare posto, eravamo al limite della capienza. Inoltre possiamo demolire i forni, diventati pericolanti. La cremazione è una pratica che sta acquistando sempre maggiore interesse, mentre i cimiteri traboccano». Tra estumulazioni e cremazioni il municipio ha speso 100mila euro. Ora c’è un’ampia disponibilità di spazio e anche l’opportunità per una ristrutturazione del cimitero. Il sindaco si dice convinto di aver fatto la scelta giusta. «C’erano decine e decine di salme degli anni ’60 — aggiunge — In alcuni casi i congiunti non vivono più a Crespina, neanche in Toscana. Altri li abbiamo trovati nel nord Italia e con difficoltà ricordavano anche della tomba. Con i tempi che corrono hanno preferito che il Comune pensasse a tutto sia economicamente che tecnicamente». Con il consenso delle famiglie — e sempre davanti alla medesima situazione, anche il Comune di San Miniato (ben 17 cimiteri) ha offerto la possibilità di cremare la salma a spese dell’ente locale. E circa una trentina hanno accettato l’offerta, sostenuta per 600 euro ciascuno dall’ente.
 

DUE CASI che aprono una riflessione sulla cremazione. Sia per le amministrazioni locali, spesso di piccole dimensioni come il Comune pisano, che possono utilizzare il «modello» per fare posto senza dover costruire nuovi cimiteri o indebitarsi per ampliamenti importanti. Sia per dotare i territori di centri per la cremazione. Infatti in Valdera — dove Fauglia ha lanciato il progetto del primo cimitero misto per umani e animali d’Italia — più di un sindaco si sta interrogando per dotare la zona, in sinergia con privati, di un centro per le cremazioni. Magari con annesso cimitero.

Carlo Baroni