Pisa, 24 agosto 2012 - GIU’ le carte. Quelle del mazzo del presidente della Regione, ma anche quelle che stanno girando nei corridoi della politica. E’ il momento della rivincita pisana? Nel dibattito sulle Province, si riparte dalle aree vaste che potrebbero essere 3 in Toscana, annuncia Enrico Rossi in casa, alla festa Pd a Siena dove è stato intervistato da Daniele Magrini, direttore di Toscana Tv (il servizio andrà in onda stasera alle 22,15). Tre aree vaste, dunque, quella del Sud, con Grosseto, Arezzo e Siena capoluogo; della Costa, con Massa, Lucca, Livorno e Pisa capoluogo e, infine, la metropolitana, con Prato, Pistoia e Firenze come capoluogo. E, proprio sulla scelta dei capoluoghi, aggiunge: «La Regione ha bisogno di interlocutori forti con cui discutere e agire». Anche se poi, visti gli umori non proprio allegri, nella serata di ieri lo stesso Rossi ha mitigato le sue dichiarazioni dicendo che «il dibattito è ancora aperto» e parlare dell’organizzazione è ancora «prematuro».
 

TIEPIDE le reazioni all’ombra della Torre, visto che la partita, giusto per restare in materia di mani, jolly e punteggi, è tutta da giocare. Continua, infatti, la battaglia rosso-crociata: domani sera, davanti allo stadio, come informa il club autonomo, saranno raccolte le firme per evitare, nella vicenda, lo scippo livornese. Mentre lunedì alle 18 nella sede degli Amici di Pisa si svolgerà un incontro pubblico. Il presidente della nostra Provincia, Andrea Pieroni, riflette: «Quella di Rossi è una proposta per ora non conforme alla legge. Il presidente dichiara di aver parlato col ministro, ma restano tanti nodi». Il percorso deve in realtà «ancora partire. La legge dice che deve essere il Consiglio delle automie locali (Cal) a fare un primo piano. Ma il Consiglio, ho chiesto al presidente Filippeschi di farlo quanto prima, non si è ancora riunito». I tempi sono stretti. «Il Cal deve elaborare la proposta entro ottobre che deve essere poi visionata dalla Regione e spedita al Governo». E ancora, nella norma «approvata 10 giorni fa», dice che il capoluogo viene definito in base al comune più popoloso in questo caso Livorno. «Se c’è spazio perché Pisa possa diventare il capoluogo, questa strada deve essere percosa, ma prima di parlare di confini, ci piacerebbe discutere di contenuti e funzioni di queste nuove realtà». Pieroni, che ha già inviato sull’argomento una lettera aperta ai vertici regionali, si interrga: «La Regione continuerà a delegare alle Province alcune competenze?».
 

antonia casini