Pisa, 4 febbraio 2012 - "Non consento a nessuno di denigrare la Toscana. Neanche al presidente Barroso". Secca la replica del presidente Enrico Rossi ad alcune dichiarazioni del presidente della Commissione Europea, che in suo intervento ha additato il caso dell'insediamento Ikea in Toscana come esempio negativo circa le tempistiche con cui vengono rilasciati i permessi per i nuovi insediamenti produttivi. "Il presidente Barroso - ha proseguito Rossi - avrebbe piuttosto dovuto chiedersi come mai per anni e anni l'Ikea si sia ostinata a richiedere al comune di Vecchiano licenze non solo per il suo insediamento ma anche per un centro commerciale, i cui volumi sarebbero stati in netto contrasto con le previsioni urbanistiche e con la qualità ambientale dell'area".

"Il seguito della storia sfugge al presidente Barroso - ha osservato il presidente Rossi -. Nel luglio scorso io stesso mi sono interessato al problema e ho incontrato i vertici di Ikea. In autunno, sulla base alle intese rapidamente raggiunte con il Comune di Pisa, la multinazionale ha potuto fare la sua scelta e decidere il proprio investimento. A febbraio il comune di Pisa approverà la variante e in primavera si aprirà il cantiere. Da luglio a febbraio: sono proprio i tempi cinesi a cui fa riferimento il presidente Barroso. Lo stesso amministratore delegato di Ikea ha riconosciuto la serietà e l'affidabilità del comportamento della Regione Toscana, della città di Pisa e delle istituzioni locali. Potrei inviare al presidente Barroso tante lettere di ringraziamento che riceviamo da imprese che desiderano insediarsi in Toscana e che possono farlo in tempi brevi".

"E' singolare poi che il presidente Barroso si riferisca in modo specifico alla Toscana e alla città di Pisa, procurando ad entrambe un gravissimo danno di immagine, denigrando il loro buon nome e rischiando di compromettere l'interesse delle imprese per i nostri territori - ha proseguito il presidente -. Mentre cita genericamente la Germania, dove i tempi sarebbero ancora peggiori. Non facciamo le vittime, ma rivendichiamo con orgoglio il nostro lavoro. Come insegna il presidente Monti l'Europa deve imparare a rispettarci. E se per farlo occorre battere il pugno sul tavolo lo farò senza problemi, proprio domani a Bruxelles, dove mi sto recando per una serie di incontri". Da parte sua, il Comune ha spiegato in una nota che l'iter autorizzativo per il negozio Ikea di Pisa sarà inferiore a un anno. "La Variante Urbanistica necessaria - sottolinea la nota dell'amminnistrazione pisana - sarà adottata nel mese di febbraio e l'approvazione definitiva entro l'estate, permettendo a Ikea di iniziare a costruire il suo negozio pisano. Si è colpevolmente scambiato Pisa con Vecchiano dove Ikea aveva pensato, in un primo tempo, di potersi insediare. Ma dove non vi erano le condizioni urbanistiche favorevoli. Condizioni favorevoli che si sono invece trovate a Pisa anche di fronte a un progetto diverso e ridotto rispetto al precedente".

 

Dal canto suo la Commissione europea, tramite la portavoce Pia Ahrenkilde, commentando le dichiarazioni di questa mattina del presidente della Regione fa sapere: "Non c'è‚ un desiderio particolare di isolare una Regione come particolarmente problematica". "Naturalmente, siamo a conoscenza delle cose molto buone che si stanno facendo in Italia, incluso in Toscana, per promuovere la competitività e l'occupazione - ha detto la portavoce -. Noi tutti abbiamo un obiettivo comune su questo tema".
 

"Come il presidente (della Commissione europea, Jos‚ Manuel Barroso) ha chiaramente sottolineato, questo è solo un esempio di ciò che deve cambiare perché‚ questa società, come ha detto, ha sofferto lughi tempi di attesa anche nei lander tedeschi", ha proseguito la Ahrenkilde riferendosi alla Ikea.
"Quindi, non c'è‚ un desiderio particolare di isolare una regione come particolarmente problematica - ha assicurato -. Infatti, il presidente ha anche detto chiaramente nella sua presentazione che la società alla fine ha aperto il suo negozio in un altro sito nella stessa Regione".

"Il messaggio del presidente era semplicemente che dobbiamo fare di più per migliorare il clima aziendale e per facilitare la creazione dell'occupazione, gli investimenti, in particolare quelli transnazionali, e naturalmente quel messaggio è diretto a tutti nell'Unione europea e non a un particolare Stato membro o una regione particolare", ha concluso.