Pisa, 3 novembre 2011 - Era una bella giornata di sole, una delle ultime di cui potevo approfittare prima dell'inverno, così, da buon vecchianese, decisi di andare a provare la famosa pista ciclabile inaugurata da poco e di cui si parla spesso, quella che dalla strada Lungomonte arriva al lago di Massaciuccoli. Così ho preso la bici e ho seguito la strada fino all'oasi Lipu di Massaciuccoli, godendomi lo spettacolo delle ville romane che si incontrano lungo la strada. Ho girato quindi in via del Porto e dopo duecento metri ho trovato facilmente, tra una casa e l'altra, l'inizio della pista ciclabile. Subito mi sono reso conto che la strada, seppur sterrata, è tutta nuova e curata, e alla prima curva mi sono trovato sopra uno splendido ponticello di legno che si intonava perfettamente al paesaggio circostante. Ancora qualche pedalata e ho trovato un piacevolissimo punto di ristoro nella zona in cui organizzano la sagra del pesce.


Purtroppo, da quel punto della pista ciclabile in poi, ho cominciato a trovare i segni dell'inciviltà delle persone: piccoli accumuli di rifiuti sparsi costantemente sugli argini dei fossi che costeggiano il percorso e mi sono detto che era un vero peccato. Dopo un po', arrivato a circa un chilometro dalle idrovore e dal casotto del consorzio di bonifica, mi sono dovuto fermare. Nel mezzo al viottolo sperso nei campi, due inferriate indicavano la fine della pista ciclabile e, alcuni metri oltre, una lunga catena bloccava il percorso.
 


Di certo sono rimasto sorpreso da questa scoperta. Però non mi sono demoralizzato e ho percorso a ritroso la pista fino all'imboccatura di via di Bonifica, dove mi sono ricordato che sulla strada principale, a circa dieci metri da dove mi trovavo, c'era la fonte dell'acqua e ne ho approfittato per riempire la borraccia. Poi sono tornato verso le idrovore e lungo il percorso mi sono imbattuto in una piccola discarica a cielo aperto di copertoni di auto. Ho continuato fino allo sbocco del Barra Barretta nel lago. Anche qui i segni d'inciviltà erano sparsi ovunque. Ho trovato perfino un frigorifero abbandonato vicino, per non parlare dei bivacchi dove si trovano tracce di fuochi da campo spenti e sacchi d'immondizia appesi e lasciati ovunque.
 


Alla fine ho deciso di arrivare all'Aurelia percorrendo la strada in località La Costanza. Anche qui la strada non era per niente agevole. Tra una buca e l'altra ho notato innumerevoli edifici abbandonati e un ponte crollato durante l'alluvione del 2009 e mai ricostruito, intorno al quale è nata una discarica a cielo aperto. Insomma, ci sarebbero molte cose da sistemare, perché con il patrimonio paesaggistico che abbiamo ereditato potremmo veramente fare qualcosa di buono per tutti.