Pisa, 5 gennaio 2011 - E’ arrivata puntuale: le vacanze di Natale, come accade ogni anno, hanno portato pranzi abbondanti, regali, freddo e l’influenza. Sono già parecchie le persone costrette a trascorrere questi ultimi giorni di festa a letto, tra termometri, brodini di pollo e fazzoletti. "Ancora non abbiamo raggiunto l’apice della diffusione — spiega il dottor Giuseppe Figlini, presidente dell’ordine dei medici di Pisa — che sarà subito dopo le feste. Anzi forse siamo appena agli inizi. E’ bene però sottolineare che quella di quest’anno non si presenta per ora come un’influenza particolarmente aggressiva". I sintomi sono quelli classici: febbre alta (38,5 - 39) che dura da tre a quattro giorni, dolori muscolari e articolari, e in alcuni casi quest’anno il virus si presenta con la variazione di disturbi gastro - intestinali. La campagna di vaccinazione in autunno è stata potenziata e anticipata per decisione delle autorità sanitaria e produce i suoi effetti nella popolazione over 65. «In base alla mia personale esperienza ormai la maggior parte delle persone anziane si vaccinano abitualmente. Il virus — continua Figlini — finora ha colpito in particolare la fascia tra i 25 e i 40 anni".

 

La campagna anti - influenza ha preso il via con 10-15 giorni di anticipo a ottobre e alla nostra provincia sono state destinate 75mila dosi, 13mila in più rispetto alle 62mila della scorsa stagione. Molte di queste però sarebbero rimaste nei magazzini delle farmacie. "A giudicare dai vaccini rimasti in giacenza — commenta Enrico Morgantini, presidente dell’ordine dei farmacisti pisani — ho l’impressione che molte meno persone abbiano scelto di usufruirne. Gli anziani con molta probabilità, frequentando spesso il proprio medico di base, hanno aderito alla campagna di vaccinazioni. Il problema è rappresentato dalla fascia che va dai 18 ai 65, che quest’anno hanno 'evitato' il vaccino. Le dosi rimaste sono più dello scorso anno, quando in effetti si era scatenato il panico da H1N1, ma — ammette Morgantini — sembra siano anche più dell’anno ancora precedente. E, inevitabilmente, il fatto che ci siano meno persone vaccinate significa che c’è un maggior rischio di contagio".

 

A Pisa e in provincia i dati sulle vaccinazioni parlano chiaro: tra gli anziani si raggiungono e superano quota 70%, con l’obiettivo di raggiungere il 75%. pochi i casi di giovani senza patologie particolari che scelgono di vaccinarsi. Farlo adesso? Rischia di essere inutile dal momento che il prodotto inizia a fare effetto dopo venti-trenta giorni. I numeri dell’influenza sono comunque destinati ad aumentare vertiginosamente nelle prossime settimane, quando saranno molte di più le persone costrette a letto. Influirà sulla diffussione del virus anche la riapertura delle scuole, tra i luoghi maggiromente deputati al contagio.

 

La terapia. Dal dottor Figlini un semplice consiglio: "Non prendete antibiotici, a meno che non ci siano patologie collegate, come problemi di cuore, bronchi o particolari allergie. E’ bene sottolineare che nei casi di virus influenzale la terapia antibiotica non serve". Via libera invece ai farmaci antipiretici, quelli che abbassano la febbre, che in alcuni casi può salire anche a 39 ed essere molto fastidiosa. Difficile invece fare un bilancio della diffusione dell’epidemia lo scorso anno a Pisa, distinguendo i casi di influenza stagionale «tradizionale». Già a ottobre 2009 intere scuole erano decimate dalle assenze, complice probabilmente anche la paura del virus H1N1, l’influenza A o suina che dir si voglia. Soprattutto nelle elementari e medie si sono registrati tassi di assenza superiori al 50-60% con punte di oltre l’80% in alcuni istituti. E fu proprio l’estrema rapidità con cui si stava diffondendo il contagio a far ritenere agli esperti che non si trattasse della normale influenza stagionale. Ci sono stati circoli didattici in cui su 150 iscritti i malati erano 120. Speriamo bene.