Pisa, 26 ottobre 2010 - Il socio anziano ha soltanto 22 anni, il più giovane 19. Studenti-imprenditori che si sono conosciuti tra i banchi della Scuola Sant’Anna. E’ da quelle aule che è nata la sfida pisana a 'facebook': un 'social network' di ultimissima generazione per cellulari super-intelligenti. Un progetto di impresa — ma la società diventerà 'reale' già a fine anno — che si è aggiudicata, conquistando anche il diritto a partecipare il 3 dicembre a Palermo alla finalissima nazionale, la medaglia di bronzo della «Start Cup Toscana», la competizione tra idee innovative che vede scontrarsi a colpi di business plan ricercatori e imprese spin-off delle università della regione. Gara tra cervelloni che per la prima volta in assoluto ha premiato un gruppo formato unicamente da studenti.

 

I quattro giovanissimi imprenditori hi-tech si chiamano Niccolò Ferragamo, Matteo Benetton ("Ma non abbiamo parenti illustri" chiariscono subito i due ragazzi), Filippo Rocchi e Giacomo Spigler — tre studenti in economia e un laureando in Ingegneria —, il nome di battaglia del gruppo è 'Kiwi Robotics'. Niente a che vedere, però, con il succoso frutto esotico. "Il ‘nostro’ kiwi, oltre ad essere un nome assolutamente facile da ricordare — spiega il responsabile marketing Filippo Rocchi dell’Università di Firenze (20 anni) — è un uccello della Nuova Zelanda, in via d’estinzione. Un uccello che non sa volare ma che continua a provarci. E alla fine, siamo sicuri, ce la farà. Proprio come noi". Magari facendo appello a quella «fame» e a quella «follia» che secondo Steve Jobs, padre di 'Apple' e nume tutelare dei quattro cervelloni 'made in Pisa', possono portare a grandi risultati.

 

Un’invenzione — quella della 'Kiwi Robotics' — che ha conquistato subito la giuria del premio composta da rappresentanti degli atenei toscani, della Camera di Commercio e dell’Unione industriali. Si tratta di un’applicazione per gli smartphone in grado di trasformare ognuno di questi in un 'advanced social netwok'. Uno strumento per conoscere nuove persone e rimanere in contatto con loro senza bisogno di stare attaccati al computer tra le pagine di facebook o appuntarsi numeri di telefono su rubriche o fogliettini volanti per poi comunicare via sms. "L’idea ci è venuta partendo dalla vita reale — spiega Matteo Benetton — a volte, per esempio, capita di partecipare a feste, meeting, concerti, manifestazioni, summer school e di trovarsi insieme nello stesso posto con tante nuove persone. La nostra applicazione permette di localizzare i dispositivi presenti, ‘riconoscersi’ e di scambiare informazioni a corto raggio. A quel punto il gioco è fatto, le potenzialialità di socializzazione e comunicazione di ogni utente sono estese al massimo".

 

Attivando una semplice applicazione sul proprio smartphone. 'L’altro' che sta apochi metri da te (anche lui il possesso del «pulsante magico» sul proprio telefonino) svelerà di sè tutte le informazioni che desidera. E viceversa. Basterà «caricare» e rendere pubblico e visibile il proprio materiale (il curriculum per esempio) compresa la propria immagine, utile per riconoscersi. "Considerando che già allo stato attuale nel mondo i possessori di smartphone sono 170 milioni (15 milioni solo in Italia di cui il 50% ha meno di 44 anni) — prosegue Matteo Benetton — crediamo che l’idea possa essere vincente e in grado di riscuotere successo. Contiamo di fare ingresso nel mercato a cavallo tra il 2011 e il 2012". E se il social network pisano conquisterà anche la giuria della fase nazionale, per i quattro ragazzi di «Kiwi» ci sarà anche un consistente premio in denaro utilissimo per dare definitivamente gambe alla nuova impresa.

 

"A Palermo, il prossimo 3 dicembre, cercheremo comunque di trovare altri finanziamenti — dice Giacomo Spigler, anche lui 20 anni, l’ingegnere del gruppo impegnato giorno e notte nello sviluppo delle tecnologie — in modo da poter partire senza problemi con il nostro progetto e con la nostra impresa che sarà una srl. Non solo. L’idea è anche quella, piano piano, di assumere qualche collaboratore per lanciare il prodotto. E a quel punto, dentro la Scuola, ci sarà l’imbarazzo della scelta".