Pisa, 21 ottobre 2010 - Un’infermiera ‘double face’. Da una parte dedita a seguire i suoi pazienti nelle corsie, dall’altra a deliziare con le sue procaci forme e la voce sensuale i suoi fan sul web. Due attività svolte contemporaneamente e nello stesso luogo: l’ospedale. Per questo la procura della Corte dei Conti di Firenze chiede che risarcisca l’Azienda ospedaliera universitaria pisana con 22mila euro, di cui 10 per il danno di immagine e gli altri per le spese di connessione, l’attività retribuita e non svolta. Ieri si è svolta alla Corte dei conti l’udienza del processo contro l’infermiera. Il viceprocuratore Acheropita Mondera Oranges contesta che per 22 turni di notte l’infermiera non abbia lavorato. La sentenza arriverà nei prossimi giorni.

 

La passione per l’eros virtuale è già costata alla donna la sospensione dal lavoro, disposta dalla direzione dell’Aoup, non appena era venuta a sapere del sorprendente hobby della sua dipendente. Secondo quanto accertato dai dirigenti ospedalieri l’infermiera, una donna sui trent’anni, durante l’orario di lavoro spesso si assentava per diverso tempo. Si era poi scoperto che la ragazza riusciva ad appartarsi in una stanza dell’ospedale nel quale c’era un computer abilitato al collegamento a Internet. Utilizzando anche una web-cam - non si sa se sua e dell’Aoup - , la donna si connetteva con alcuni siti porno e chattava con i focosi ‘naviganti’, che sono soliti frequentare questi spazi a luci rosse, deliziandoli con esibizioni hard-core.

 

E intanto noi contribuenti pagavamo due volte: il suo stipendio e l’uso fraudolento del computer connesso al web. Senza peraltro contare che interrompendo il suo lavoro, particolarmente delicato, abbandonava persone malate che potevano avere bisogno, anche urgente di aiuto. A smascherare l’illecita attività dell’infermiera pare sia stato un suo collega, che dopo averla scoperta, mentre si stava esibendo in uno dei suoi spettacolini particolari, avrebbe a sua volta tentato l’approccio sessuale, ma sarebbe stato respinto. A quel punto la donna lo avrebbe denunciato per molestie sessuali, mentre, di conseguenza, l’uomo avrebbe controdenunciato la collega per calunnia.C’è anche chi sostiene che tra i due infermieri un tempo ci fosse stata una tresca amorosa, ma quando è finita la passione sarebbe appunto iniziata la guerra a colpi (bassi) e di carte bollate. Comunque sia, la donna ha anche sporto una denuncia per mobbing.
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