Pisa, 28 aprile 2010 - COSTRETTI a fare lo slalom tra le auto, ad attendere i bus sotto il sole, a passeggiare tra i negozi spesso chiusi e a sfuggire ai tanti venditori abusivi che si affollano sul loro percorso. Turisti all’ombra della Torre, che fatica!. La loro visita a Pisa si trasforma, spesso, in un itinerario a ostacoli. Un’odissea.
 

LO SBARCO. Arrivano con i pullman al parcheggio scambiatore in via Pietrasantina. Un piazzale enorme dove i viaggiatori hanno soltanto una pensilina a disposizione per ripararsi dall’acqua, d’inverno, e dalla calura insistente d’estate. Non fanno in tempo a scendere, inoltre, che sono ricoperti da collanine e bracciali, accendini e fazzoletti. La guida cerca di ricomporre il gruppo per proseguire nella missione, arrivare in centro. Con tanto sforzo, si ricostituisce il blocco. E parte la lunga marcia.
PASSO, dopo passo. Sempre sotto il sole o l’acqua se la stagione è poco clemente. Tutti in fila sul marciapiede stretto di via Da Vinci, che porta dal parcheggio al centro. Fino ad arrivare al passaggio a livello tra via Rindi e via del Marmigliaio. Dove ci si alterna: un turista e tre auto. Tre turisti e un motorino. Chi passa per primo? Corse, rincorse e frenate. Quindi si prosegue verso via Fedi. Fino a via Contessa Matilde che sbuca davanti a largo Griffi.
 

IL CAOS. Attraversare, nonostante il semaforo, è un’impresa. Perché via Matilde è una delle arterie più trafficate di Pisa. La strada che costeggia le storiche mura, poi, è piena di bancarelle. Alcune sono regolari. Ma tante sono improvvisate e quindi abusive. E anche i marciapiedi sono spesso invasi da borse e cappelli, tutte copie di marche famose, vendute a prezzi dieci volte più bassi dell’originale. I turisti vengono fermati per la contrattazione. E la fila si scompone di nuovo. Passano i minuti. Finalmente si riesce a ripartire.
 

IL CENTRO. L’obiettivo viene raggiunto. Ma anche qui non mancano gli ostacoli. Perché se piazza dei Miracoli con il presidio fisso delle forze dell’ordine è libera dal commercio a busivo o quasi, non si può dire altrettanto delle strade vicine. Come via Santa Maria, ad esempio, dove si affaccia il Grand hotel Duomo. Lo sa bene il direttore Marzio Benedetti. «Non è così che si accolgono i nostri turisti — spiega — Fin dal loro arrivo al parcheggio scambiatore dove ci sono tantissimi venditori di orologi e collanine. Lunedì pomeriggio proprio vicino al nostro albergo ne ho contati 25. D’altra parte, il problema non è facile da risolvere. Anche loro devono mangiare. Ma questo non è il modo migliore per farli vivere». «La situazione, da quando ci sono i vigili urbani a presidiare la zona è migliorata — confermano dal Caffè Duomo — anche se basta allontanarsi da piazza dei Miracoli di 200 o 300 metri per ritrovare il commercio non legale. Il problema sta soprattutto nella quantità. Sono tanti». Ma anche davanti alla Torre, il quadro non è sempre lo stesso. «Ci sono turni di controllo più severi e altri meno», conferma un commerciante di una bancarella. «Siamo penalizzati, tassati e, a volte, presi di mira — si sfoga Lucia Petta, ambulante regolare nella piazza — Dobbiamo giustamente rispettare le leggi. Ma perché vale soltanto per noi questo obbligo? A questa domanda continuo a non trovare risposta».
 

IL RITORNO. I turisti cercano di districarsi in questa confusione. Pochi minuti per visitare i monumenti d’obbligo e poi via, ricomincia tutto da capo, l’odissea al contrario per rientrare alla base.