Candidati poltronesofà

Il commento del responsabile della redazione pisana de La Nazione

Tommaso Strambi

Tommaso Strambi

Pisa 23 aprile 2017 - E’ proprio vero: ‘la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni’. A parole tutti sono concordi: ‘Prima i programmi per la Pisa di domani, poi penseremo agli interpreti’. Solo che poi è più forte di loro. E così ci si azzuffa solo sui nomi. Alcuni buoni per i saldi di fine stagione, come ha citato un arguto e giovane docente di Economia in un post su Facebook («candidati poltronesofà»). Altri puntano su fantasiosi tandem come se si fosse ad una passeggiata ludico-motoria. Peccato che la città abbia bisogno, oltre che di uno sguardo di prospettiva, anche di un po’ di attenzioni. Qualche anno fa il candidato sindaco di un comune non molto lontano da qui, all’epoca decisamente importante nell’economia della Regione, parlò espressamente nel proprio programma di ‘coccole’ . Beh, era eccessivo. E, infatti, una volta eletto non durò che dieci mesi, impallinato sotto il fuoco amico all’approvazione del primo bilancio consuntivo. Anche se a far scatenare la controffensiva dei suoi compagni (pardon, amici) di partito furono le nomine nel forziere di quella città. Ma questa è un’altra storia. Sebbene ci può servire da spunto. Degrado, illegalità, tolleranza eccessiva sono diventati il tratto quotidiano di una decadenza che da troppo tempo ormai contraddistingue la nostra città. Significativa è la lettera che un fiorentino di passaggio per lavoro ha voluto indirizzare, attraverso le nostre pagine, al sindaco Filippeschi. «Devo costatare con rammarico e tanta delusione – denuncia il nostro lettore – uno stato di degrado nauseante veramente insopportabile. Com’è possibile vedere un gruppo di zingari che, davanti alla fermata di piazza Manin, assale un autobus di linea spintonando i turisti in coda? Com’è possibile che in alcune vie adiacenti  piazza dei Miracoli si senta un puzzo di urina (o, come si dice in Toscana, di piscio) da far rivoltare lo stomaco?». E di esempi ne potremmo aggiungere a decine. Da anni le nostre pagine ne sono invasi. Eppure, nonostante di risorse ne siano state investite molte per recuperare spazi dimenticati (gli Arsenali Repubblicani, il camminamento sulle mura, la lastricatura e la pedonalizzazione di via Santa Maria), si continua a tollerare quel degrado dilagante che è sotto gli occhi di tutti. Nelle strade, così come nei salotti della città, è convinzione unanime che la prossima partita elettorale si giocherà  proprio e solo su questi temi. Difficilmente saranno fatti sconti.  Non servono le ‘coccole’, ma un’azione più decisa per contrastare questo stato di cose. Sicuramente, per usare un termine caro ad una certa sinistra à la page, serve discontinuità. Come ha riconosciuto la settimana scorsa, su queste colonne, l’ex sindaco Paolo Fontanelli, «non è con i giochini e gli accordi a tavolino che si risolvono i problemi». Niente di più vero. Questa volta chi aspira a guidare la città nei prossimi anni deve avere ben chiaro che la sicurezza, la legalità e la lotta al degrado saranno il primo banco di prova. Solo dopo ci saranno le strategie per rilanciare il turismo, la città delle eccellenze, delle università, della ricerca e della sanità. E chi gioca le partite sotto traccia puntando a ministeri e scranni (ben remunerati) in Parlamento sappia che Livorno non è poi così tanto lontana.

Buona domenica.