Da RadioEco a Europhonica. Fabiano alla conquista di Bruxelles

Studente dell’Ateneo pisano chiamato alla prima emittente universitaria europea

Lo speaker Fabiano Catania

Lo speaker Fabiano Catania

Pisa, 31 agosto 2015 - Da Augusta a Bruxelles passando per Pisa e guidato dalla passione per la radio. E’ la storia di Fabiano Catania, 25 anni, nato nella stessa città di Fiorello (a proposito di speaker radiofonici), in provincia di Siracusa. Nel 2009 si è trasferito a Pisa per motivi di studio. Poi si è avvicinato a RadioEco, la radio dell’Università di Pisa. Che a settembre lo porterà in Europa grazie a Europhonica, la prima trasmissione radio universitaria del continente, che andrà in onda quattro volte al mese dal 9 settembre fino a marzo 2016.

Catania, come è stato scelto per Europhonica?

«Grazie a RadUni, l’associazione che raggruppa tutte le radio universitarie d’Italia. Anche RadioEco ha aderito e sono stato scelto con altri due ragazzi: Andrea Fioravanti di Perugia e Alice Masoni di Siena».

Di cosa si occuperà?

«Non lo sappiamo ancora di preciso. Probabilmente, grazie a un format condiviso, tratteremo temi caldi come il lavoro e l’immigrazione. Ogni ragazzo porterà la propria esperienza e sarà molto interessante».

Vi troverete nel cuore dell’Europa. In questo periodo di parla molto di euroscetticismo, di barriere, di chiusure. Lei cosa ne pensa?

«Non la penso come gli euroscettici e alzare muri è sbagliato. Sono europeista ma a modo mio. Vanno ripensate le regole della convivenza: è stata fatta l’unione monetaria senza quella politica, grave errore. Racconteremo anche questo».

Tornando a RadioEco, come ha iniziato?

«Mi occupavo di comunicazione e di giornalismo già prima di trasferirmi a Pisa. Poi ho iniziato a collaborare da esterno con la radio universitaria e da ottobre dello scorso anno ne sono diventato presidente».

Le esperienze più belle?

«Difficile scegliere. All’inizio di questo primo anno ero spaesato, oggi però mi trovo in un gruppo di splendidi amici con cui mi vedo anche fuori dalla radio. Su tutte, direi il festival delle radio universitarie che si è tenuto quest’anno a Milano e il festival del giornalismo di Perugia, dove siamo entrati in contatto con grandi professionisti».

Cosa studia?

«Ho conseguito la laurea triennale in Giurisprudenza e adesso sono impegnato nella specialistica di Scienze politiche in Comunicazione d’impresa».

Di cosa si occupa a RadioEco?

«Conduco un programma, l’Indie-screto. In ogni puntata intervisto un ospite. È un’esperienza che mi sarà utile anche a Bruxelles».

Cosa vuol dire fare radio oggi, specie per i giovani?

«La carenza dei mezzi, anzitutto. Per fortuna l’Università di Pisa ci ha sempre sostenuti. Nei suoi primi otto anni di vita, RadioEco è diventata un punto di riferimento non solo per gli studenti universitari ma anche per la città e i luoghi culturali che la animano».

Quali consigli darebbe a un giovane che vuole iniziare a fare radio?

«Di essere totalmente aperti e flessibili, curiosi, senza nascondere la voglia di imparare».

Come si vede tra dieci anni?

«Vorrei restare nell’ambito del giornalismo e della radio».

E il sogno nel cassetto?

«Al di là del mestiere, vorrei essere soddisfatto della mia vita».